Bioetica. A Bergamo la chiesa valdese apre uno sportello per il testamento biologico

Roma (NEV), 21 marzo 2012 – “Non è una propaganda all’eutanasia, non è una provocazione, è un servizio che speriamo apra un dibattito”. Così ha spiegato Luciano Zappella l’apertura di uno sportello per la raccolta del testamento biologico presso la Comunità cristiana evangelica – Chiesa valdese di Bergamo. Aumenta così il numero di chiese che hanno intrapreso questa iniziativa in tutta Italia: da Milano a Torino a Napoli a Palermo, gli sportelli per la raccoltà delle volontà anticipate di fine vita sono ormai una quindicina. Zappella, presidente del Centro culturale protestante della città lombarda e coordinatore dell’iniziativa, specifica come lo sportello sia un servizio offerto alla cittadinanza dettato dalla testimonianza cristiana della comunità di Bergamo.

C’è però una convinzione legata alla fede cristiana che sostiene questa decisione. Come si legge in un comunicato stampa divulgato dalla stessa Comunità: “la Chiesa valdese confessa che la vita è un dono che riceviamo da Dio insieme alla libertà e alla responsabilità di farne qualcosa di buono, di metterla al servizio del prossimo, di cercarne il senso insieme agli altri uomini e alle altre donne. Nessuno può frapporsi tra la nostra coscienza e Dio, nessuno può mediare, nessuno ci può togliere il bene prezioso della coscienza individuale e la libertà di decidere”.

Per presentare l’iniziativa, la Comunità cristiana evangelica – Chiesa valdese di Bergamo ha organizzato per venerdì 23 marzo il convegno “Perché il testamento biologico?”, al quale interverranno la biologa Monica Fabbri, membro della commissione bioetica della Tavola valdese, e l’avvocato Franco Tagliarini, già preside della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bergamo (vedi appuntamenti). Per ulteriori informazioni: www.protestanti.bergamo.it