Roma (NEV), 5 settembre 2012 – Concluse a Creta (Grecia) le riunioni del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). Gli incontri, ospitati dall’Accademia ortodossa di Creta a Kolympari, hanno visto la partecipazione dei 150 membri di quello che è l’organo esecutivo del CEC, alla sua ultima riunione prima della X Assemblea generale dell’organismo ecumenico che si terrà nell’autunno dell’anno prossimo a Busan (Corea). E’ stata proprio l’organizzazione dell’Assemblea del 2013 a dettare l’agenda dei lavori, a partire dal culto iniziale che ha lanciato il tema e titolo dell’assise di Busan dell’anno prossimo: “Dio della vita, guidaci verso la giustizia e la pace”.
I lavori hanno avuto il loro via con la relazione del segretario generale del CEC, pastore Olav Fykse Tveit. “E’ tempo di fare un bilancio, raccogliere i frutti della vita e del lavoro ecumenico e valutare ciò che abbiamo imparato dall’ultima Assemblea del CEC”, tenutasi a Porto Alegre (Brasile) nel 2006. In questo senso, il Comitato centrale ha ricevuto alcuni documenti che verranno presentati all’Assemblea di Busan. Tra questi, il documento intitolato “La chiesa: verso una visione comune”, un testo definito di “convergenza” elaborato dalla Commissione Fede e Costituzione del CEC con il contributo di tutte e tre le principali confessioni cristiane. Su un tema tanto controverso e cruciale del dibattito teologico ecumenico “la ricezione di questo documento da parte delle diverse confessioni e denominazioni ci dirà quanto esse siano lontane o vicine a una comune comprensione della chiesa”, hanno spiegato la metodista Sarah Lancaster e l’ortodosso Viorel Ionita, i co-moderatori del gruppo che ha elaborato il testo. Gli altri due documenti principali che saranno portati a Busan riguardano la missione e l’evangelizzazione – “Insieme verso la vita: missione ed evangelizzazione in un mondo che cambia” – e la bozza di una dichiarazione sull’unità basata sulla vocazione cristiana alla predicazione della “buona notizia del Regno di Dio, regno di giustizia, pace e amore”.
Le riunioni del Comitato centrale sono state anche occasione per ribadire alcune priorità del CEC. “La ‘pace giusta’ è una componente importante della direzione strategica del lavoro del CEC”, ha ricordato il segretario generale Tveit, richiamando la continuità tra la Convocazione internazionale ecumenica tenutasi a Kingston (Giamaica) nel maggio del 2011 per iniziativa del CEC, e la prossima Assemblea di Busan. La costruzione di società sicure per donne e (di conseguenza anche) per uomini è un’altra priorità ribadita con forza. In particolare, la pastora Bernice Powell Jackson ha sottolineato come la giustizia di genere non sia soltanto una questione legata alla posizione delle donne nelle chiese o nella società, ma è spesso una vera questione di vita e di morte”, se solo si pensa alle violenze e agli stupri come strumenti di guerra, alle violenze domestiche, o alla negazione della salute riproduttiva come diritto delle donne. Infine Tveit ha ricordato la presenza del CEC in alcune aree di conflitto del mondo come il Sudan, il Pakistan, Papua in Indonesia e, soprattutto, in Nigeria dove lo stesso Tveit ha guidato una delegazione cristiano islamica per contrastare le violenze che si sono verificate in quel Paese. Il Comitato centrale ha poi rilasciato un appello per l’immediata cessazione delle violenze in Siria chiedendo alle parti in causa di “impegnarsi in un dialogo per l’unità e la storica dimensione pluralista della Siria”.