(COP18) di Doha (Qatar) e il cambiamento climatico

Roma (NEV), 12 dicembre 2012 – “Se i governi dei paesi più ricchi non vogliono intraprendere le azioni necessarie per fermare il cambiamento climatico, allora dobbiamo agire noi”. E’ riassunto in questa chiamata all’azione per le chiese e per i cittadini – espressa da Warimi Guti, rappresentante della Federazione luterana mondiale (FLM) -, il giudizio delle delegazioni religiose sulla Conferenza della parti (COP18) di Doha (Qatar).

L’incontro, convocato dalle Nazioni Unite, non ha visto nuovi progressi negli impegni presi dalle nazioni partecipanti: “I risultati dell’incontro sono preoccupanti – ha dichiarato Mattias Söderberg, capo delegazione a Doha dell’agenzia ecumenica Act Alliance -. Ci si è accordati su questioni minori che avranno ripercussioni minime su un cambiamento climatico che invece va avanti e colpisce duramente i popoli più poveri e vulnerabili”. “Su questi temi le comunità religiose devono parlare a una sola voce”, hanno ribadito i partecipanti a un incontro giovanile interreligioso tenutosi durante i lavori della Conferenza.