Ucraina. Solidarietà del CEC e della KEK per le vittime del disastro aereo

Un terzo delle vittime si stava recando in Australia per un incontro internazionale sull'AIDS

Roma, 23 luglio 2014 – “Una tragedia che ci ha scosso profondamente”, così il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), si è espresso sul disastro dell’aereo della Malaysian Airlaines schiantatosi in Ucraina. Tveit ha inviato parole di vicinanza e simpatia alle famiglie delle quasi 300 vittime. Tra queste, circa un terzo erano membri dello staff dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e di altre associazioni che stavano viaggiando verso Melbourne (Australia) per una Conferenza internazionale sull’AIDS. “Si tratta di persone che conoscevamo personalmente e con le quali abbiamo spesso lavorato. La loro morte ci colpisce profondamente”, ha sottolineato Tveit, ricordando come il CEC e l’OMS abbiano entrambi base a Ginevra. “Questa tragedia può contenerne un’altra al suo interno – ha affermato Isabel Apawo Phiri, segretario generale associato del CEC per la Diaconia e la testimonianza pubblica -. E’ triste pensare come la morte dello staff dell’OMS possa avere un impatto negativo sulla ricerca per debellare a livello globale l’AIDS e l’HIV”.

Tveit ha inoltre avuto parole di solidarietà per la popolazione indonesiana che ha sperimentato in pochi mesi un secondo disastro aereo. Più in generale, Tveit ha affermato: “Questa tragedia, avvenuta in un luogo altamente sensibile e costantemente esposto al pericolo di una terribile violenza, ci ricorda della fragilità e della sacralità della vita e del bisogno di pace della regione”.

Un messaggio di cordoglio è stato rivolto alle famiglie delle vittime dal segretario generale della Conferenza delle chiese europee, pastore Guy Liagre. Più in generale, sulla questione Ucraina, Liagre ha ricordato quanto scritto un anno fa al Consiglio delle chiese e delle organizzazioni religiose di tutta Ucraina: “Preghiamo per i leader politici affinché possano rappresentare i legittimi desideri di tutta la popolazione ucraina, e scelgano la diplomazia e il dialogo invece dell’intervento militare, la democrazia e i diritti umani invece di un atteggiamento autoritario”.