Diritti. Reintegrati provvisoriamente i 5 richiedenti asilo espulsi dal centro di Terzigno (NA)

La soddisfazione delle associazioni e delle chiese evangeliche che hanno sostenuto il loro caso

Roma (NEV), 16 dicembre 2015 – Lo scorso 14 dicembre, la prefettura di Napoli ha provvisoriamente reintegrato nel programma di accoglienza dello Stato 5 richiedenti asilo espulsi la scorsa estate dal centro di accoglienza “Villa Angela” di Terzigno (NA). Una buona notizia giunta alla fine di una mattinata in cui le organizzazioni che hanno più da vicino seguito la vicenda dei ragazzi africani – ACLI; le chiese valdese, metodista, luterana, avventista, battista; la diocesi cattolica, tramite il responsabile all’ecumenismo e al dialogo, don Gaetano Castello; l’Arcigay Antinoo avevano organizzato una conferenza stampa in piazza Plebiscito per chiedere l’adempimento di una sentenza del TAR che dava ragione ai cinque richiedenti asilo.

La vicenda si era aperta nello scorso mese di luglio quando, su denuncia rivelatasi dei gestori della casa di accoglienza di Terzigno, 18 ragazzi venivano espulsi dalla stessa (vedi NEV 31e 37/2015). Dopo poco la Prefettura aveva riammesso 13 richiedenti asilo nel programma di accoglienza dello Stato, confermando invece l’espulsione per gli altri cinque, attualmente ospitati dalla chiesa metodista di Portici (NA). Al termine della conferenza stampa la vice prefetto D’Orso, responsabile dell’Ufficio immigrazione della Prefettura di Napoli, ha incontrato una delegazione composta, tra gli altri, da tre rifugiati e dalla pastora valdese Dorothea Müller. Come si legge in un comunicato stampa, “le associazioni e le chiese dichiarano la loro soddisfazione per questo ulteriore successo nella vicenda legata ai 18 ragazzi di Terzigno.

Esprimono la loro gioia perché i ragazzi potranno continuare, restando insieme, a seguire i loro percorsi di integrazione senza sconvolgimenti dovuti ad una destinazione lontana da Napoli e dalla rete di relazioni costruite in questi mesi. Resta pur sempre l’amarezza di avere dovuto, ancora una volta, manifestare pubblicamente per ottenere diritti e tutele che dovrebbero, invece, essere riconosciuti e difesi dallo Stato Italiano e la consapevolezza che senza il sostegno e la solidarietà delle rete di Chiese ed associazioni il destino di questi ragazzi sarebbe quasi certamente stato diverso e che loro sarebbero potuti cadere nella rete della criminalità organizzata del territorio. Sappiamo che la buona notizia del reintegro non è il punto d’arrivo rispetto all’obiettivo di una restituzione piena della dignità e dell’umanità dei richiedenti asilo di Terzigno. Continueremo ad affiancarli nell’attesa che il TAR si pronunci nel merito della correttezza del provvedimento prefettizio di esclusione dal programma di accoglienza e del loro riconoscimento di asilo”.