3 ottobre. Gentiloni: I corridoi umanitari un buon esempio italiano che si diffonderà  

Il ministro degli Esteri intervistato dalla rubrica televisiva di RAIDUE “Protestantesimo”

 

Roma (NEV), 5 ottobre 2016 – “I corridoi umanitari sono un buon esempio italiano che, sono fiducioso, si diffonderà altrove”. E’ quanto ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni in una intervista realizzata dalla rubrica televisiva “Protestantesimo”, in onda domenica 9 ottobre su RAIDUE attorno all’una di notte. Il progetto pilota promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio in accordo con i Ministeri degli Esteri e dell’Interno, secondo il ministro “lancia il messaggio che il flusso di migranti non è solo irregolarità, minaccia, pericolo, ma può essere anche ben organizzato, non comportare rischi per chi viene in Italia o in altri paesi europei”. Una modalità che “non risolve la grande ondata migratoria” verso l’Italia e l’Europa, ma contribuisce “ad asciugare un po’ l’acqua che fa nuotare organizzazioni criminali nel mondo”, introduce un criterio di legalità, e ottempera all’esigenza umanitaria di ridurre il numero delle vittime di scafisti e naufragi, e di aiutare persone particolarmente vulnerabili. “E’ paradossale che a fare da battistrada a questo progetto sia un paese come l’Italia – ha proseguito Gentiloni – che ha a che fare ogni giorno con l’arrivo di centinaia di migranti e, invece di chiudersi, si inventa un canale per farne arrivare altri”. Il ministro infine non ha escluso che il progetto, che prevede l’ingresso sicuro e legale in Italia di 1000 persone in due anni, possa alla fine riguardare un numero maggiore di profughi.