Conclusa a Cancun la COP13 sulla biodiversità

Visintin (GLAM): “Un evento che abbiamo seguito con attenzione e preoccupazione”

Roma (NEV), 21 dicembre 2016 – Dal 4 al 17 dicembre scorsi si è tenuta a Cancun (Messico) la XIII Conferenza delle parti (COP13) sulla biodiversità. “Un evento che abbiamo seguito con attenzione e preoccupazione” ha dichiarato all’Agenzia stampa NEV Antonella Visintin, coordinatrice della Commissione Globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Una preoccupazione dovuta al minor impatto mediatico che suscita il tema della biodiversità. “Le questioni relative al cambiamento climatico, alla desertificazione e alla biodiversità sono strettamente legate tra loro. Tuttavia, mentre le Conferenze delle parti sul cambiamento climatico richiamano una grande attenzione, come è successo per esempio con la COP21 a Parigi nel 2015; le COP sulla biodiversità sono per lo più ignorate dall’opinione pubblica e dai media”, spiega Visintin che individua la ragione di questa disparità nella dimensione più complessa della biodiversità e nella minore visibilità dei danni che il nostro sviluppo arreca ad essa. “Mentre gli effetti del riscaldamento globale cominciano ad essere più evidenti, le specie viventi scompaiono nel silenzio e quindi generano meno allarme. Tuttavia la loro gravità e le loro conseguenze non sono affatto inferiori a quella dell’innalzamento della temperatura del pianeta”, ha concluso Visintin. I numeri in effetti sono preoccupanti, a cominciare dalla constatazione che il tasso di estinzione delle specie viventi provocato dall’essere umano è di mille volte superiore al tasso naturale.

Nello specifico, alla COP13 di Cancun oltre 190 paesi del mondo hanno sottoscritto una Dichiarazione che li impegna alla tutela della biodiversità nelle politiche ambientali che riguardano foreste, pesca, turismo e settore agricolo. “La vita sul pianeta Terra e il nostro futuro comune sono in gioco – si legge nel testo -. È urgente intraprendere azioni forti in modo responsabile per garantire la sopravvivenza di ricchezza biologica e di ecosistemi sani che siano in grado di sostenere lo sviluppo e il benessere umano”. “Azioni e impegni che – secondo Visintin – procedono con troppa lentezza”.