Diritto di scelta sul fine vita/1. Torna in aula il testamento biologico

Luca Savarino, coordinatore della Commissione bioetica della Tavola valdese: “Con questa legge si potrebbe finalmente colmare una grave lacuna legislativa nel nostro paese. Si tratta di un testo semplice e ragionevole, privo di derive eutanasiche”.

Roma (NEV), 26 gennaio 2017 – “Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento (DAT), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Può altresì indicare una persona di sua fiducia (‘fiduciario’) che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie”. Esordisce così l’art. 3 del disegno di legge sul “biotestamento” che il 30 gennaio riprenderà il suo iter parlamentare. Si tratta del testo base della relatrice Donata Lenzi (PD) unificante le 15 proposte di legge sul testamento biologico e adottato all’unanimità dalla Commissione Affari sociali della Camera.

“Con questa legge si potrebbe finalmente colmare una grave lacuna legislativa nel nostro paese”, ha commentato Luca Savarino, coordinatore della Commissione bioetica della Tavola valdese, sottolineando come l’Italia su questo fronte è fanalino di coda in Europa. “Si tratta di un testo semplice e ragionevole, privo di derive eutanasiche”, ha dichiarato all’Agenzia NEV, non senza tuttavia auspicare che in Italia si possa avviare un sereno e approfondito dibattito anche sull’eutanasia, che “non può più essere considerato un argomento tabù. Un dibattito che dovrebbe tener conto dei dati a nostra disposizione riguardo alle esperienze legislative di altri paesi, sia di quelli che hanno scelto la via della depenalizzazione o della legalizzazione dell’eutanasia, sia di quelli che hanno ritenuto che il progressivo sviluppo e applicazione delle cure palliative renda inammissibile o inutile l’eutanasia stessa”.

Continua Savarino: “Questa proposta di legge è convincente per tre motivi: rende finalmente vincolanti le DAT, fatta salva la facoltà del medico di dissentire in maniera motivata dall’applicazione meccanica delle direttive stesse, contempla la facoltà del paziente di interrompere l’alimentazione e l’idratazione artificiale considerate a tutti gli effetti misure terapeutiche e non di assistenza ordinaria, e mette al centro la libertà di cura ed il consenso informato del paziente”. Inoltre, per Savarino va sottolineato il fatto che tutte le DAT precedenti all’entrata in vigore della legge, diventano anch’esse vincolanti. Per quelle chiese evangeliche italiane che in questi anni hanno istituito lo “Sportello per il testamento biologico”, raccogliendo migliaia di DAT certificate da un notaio, è un elemento importante.

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