Kenya. Salvi i rifugiati di Dadaab

Soddisfazione della Federazione luterana mondiale per la decisione della Corte suprema del Kenya, che ha accolto il ricorso di due organizzazioni per i diritti umani del paese. I luterani gestiscono sin dal 2008 il campo di Dadaab al confine con la Somalia

Roma (NEV), 11 febbraio 2017 – Dadaab non si tocca. Smantellare il campo profughi è incostituzionale. La Corte suprema del Kenya ha accolto il ricorso di due organizzazioni per i diritti umani del paese africano, che avevano citato il proprio governo in tribunale per la decisione presa dopo la strage di Garissa. Il massacro di 148 universitari, uccisi il 2 aprile 2015 sulla base della loro appartenenza religiosa dagli Shabaab somali, indusse allora il governo a rimandare “a casa” i profughi ospitati nei campi al confine con la Somalia.

Soddisfazione per il verdetto della Corte keniota è stata espressa dalla Federazione luterana mondiale (FLM), presente nella regione sin dal 1992, dove dapprima operava nel campo di Kakuma, e che dal 2008 gestisce Dadaab, tra i più grandi campi profughi del mondo. In una nota, la FLM si dice grata per il fatto che i principi fondamentali del diritto umanitario siano stati rispettati.

In questi mesi la FLM ha seguito da vicino i piani del governo keniota relativi alla chiusura del campo, una decisione ritenuta irresponsabile, anche perché avrebbe “violato il diritto internazionale e in particolare il diritto di chiedere asilo”.

Il campo avrebbe dovuto essere smantellato già lo scorso 30 novembre, ma il governo aveva annunciato “per motivi umanitari” uno slittamento di sei mesi. Direttamente colpiti sarebbero stati 260mila profughi somali, alcuni dei quali vi sopravvivono da vent’anni.