SCHEDA. I valdesi

Le chiese valdesi, con un centinaio di comunità e una popolazione di circa 24.000 persone, sono le più antiche delle chiese protestanti presenti nel nostro paese. Dal 1979 esse sono integrate in un unico Sinodo con le chiese metodiste

Una realtà ben caratterizzata. Un po’ meno della metà dei valdesi italiani sono concentrati in una piccola regione alpina detta “valli valdesi” che converge su Pinerolo (Torino) dove in alcuni comuni essi costituiscono la maggioranza: il solo luogo in Italia a popolazione protestante. Il resto dei valdesi è sparso in tutta Italia, concentrato in genere nelle città grandi e medie, ma con significative presenze in piccoli centri, soprattutto al sud. Con le loro chiese, istituzioni culturali, pubblicazioni, tradizioni storiche e legami internazionali i valdesi costituiscono in Italia una realtà ben caratterizzata, con un forte senso delle propria identità e svolgono nel paese una funzione che va al di là del numero non rilevante dei suoi fedeli, proponendosi come scopo essenziale l’annuncio dell’evangelo di Gesù Cristo.

Le origini, il dissenso. Il nome valdese deriva da Pietro Valdo (o Valdesio), mercante di Lione morto attorno al 1215, iniziatore di un movimento pauperistico laico (i poveri di Lione) che si diffonde come movimento di protesta ecclesiale in Italia e in Europa, dove diventa fino al XVI secolo uno dei filoni del dissenso presente nella cristianità occidentale e dove è anche oggetto di numerosi processi da parte dell’Inquisizione, condanne, persecuzioni e stragi.

Dalle persecuzioni ai diritti. I valdesi sopravvissuti nelle valli del pinerolese aderiscono nel 1532 alla Riforma protestante e si strutturano come una chiesa riformata, in comunione con le altre chiese sorte dalla Riforma. Perseguitati a più riprese, isolati per tre secoli nel loro ghetto alpino, oggetto di tentativi di sterminio in massa nel 1655 e nel 1686, i valdesi ottengono le libertà civili e politiche soltanto nel 1848. Da allora, in una terza fase della loro storia, essi diventano una delle componenti del mondo evangelico italiano, con una forte carica missionaria che li vede diffondersi in tutto il paese, in parte per emigrazione, in parte per l’adesione di élites risorgimentali e cattoliche e di gruppi operai e contadini.

L’integrazione con i metodisti. Il processo di integrazione con le chiese metodiste, in corso da alcuni decenni, si è concluso con il Patto di integrazione del 1975 e il Sinodo unico del 1979. Le due chiese integrate si presentano con il nome di “Chiesa evangelica valdese – Unione delle chiese valdesi e metodiste”, con un unico organo esecutivo, la “Tavola valdese”.

Piccola, ma internazionale. La chiesa valdese non è una chiesa soltanto italiana. Le sue vicende storiche e l’intensa emigrazione le hanno dato nei secoli un volto internazionale. Attualmente essa è strutturata come una chiesa sopranazionale, con un sinodo che si riunisce in due sessioni: una per la zona europea (sostanzialmente l’Italia più alcune comunità di lingua italiana in Svizzera) e una per la zona rioplatense (Uruguay e Argentina). I valdesi sudamericani sono oltre 15.000 dei quali due terzi in Uruguay. Il sistema di governo della chiesa valdese è di tipo rappresentativo-sinodale. I sinodi (formati di pastori e di laici in numero eguale) si riuniscono annualmente e danno alle rispettive amministrazioni (la Tavola valdese per la zona europea e la Mesà valdense per quella rioplatense) dei mandati vincolanti. Ogni sessione sinodale è competente per la direzione della vita ecclesiastica nella propria zona. Per tutte le questioni di formulazione della fede, di disciplina generale, di rapporti con gli stati e di ecumenismo occorre una decisione conforme delle due sessioni.

La teologia. I valdesi professano la fede evangelica come è stata formulata dalla Riforma del XVI secolo particolarmente nella sua forma calvinista o riformata in senso proprio. Il suo documento fondamentale è la Confessione di fede detta “del 1655”. Al centro della propria vita religiosa ed ecclesiastica i valdesi pongono la Bibbia che viene letta e interpretata come “parola di Dio” senza tuttavia rifiutare l’apporto della critica biblica e le ricerche storiche e teologiche; essi rifiutano di conseguenza ogni forma di ministerio sacerdotale e di gerarchia personale. In linea di principio i pastori non si distinguono dai laici se non perché essi svolgono con regolarità e con un riconoscimento specifico i compiti che sono prerogativa di tutti i credenti.

Organizzazione e rapporti con lo Stato. Alle chiese valdesi e metodiste fa capo una popolazione complessiva (come risulta dalle loro stesse registrazioni) di circa 29.000 persone, distribuita in 130 chiese locali, di cui 4 in Svizzera (con un totale di 109 pastori in servizio, di cui circa un terzo donne), suddivise in 4 distretti, ciascuno con una propria conferenza annuale e propri organi esecutivi. Le amministrazioni ecclesiastiche gestiscono, a nome delle chiese valdesi e metodiste, un certo numero di istituzioni culturali, educative e di assistenza tra le quali la Facoltà valdese di teologia a Roma per la formazione dei pastori e delle pastore, la casa editrice Claudiana a Torino; il settimanale “Riforma” e il quotidiano online “riforma.it”.

Dal 1984 i rapporti tra le chiese valdesi e metodiste e lo Stato italiano sono regolati da una Intesa (legge 449/1984), sulla base dell’art. 8 della Costituzione.

Rapporti con altre chiese. La Chiesa valdese ha stretti legami di collaborazione con le altre chiese evangeliche in Italia e nel mondo. E’ tra i fondatori del Consiglio ecumenico delle chiese (Amsterdam 1948) e della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (1967), è membro della Comunione mondiale delle chiese riformate e della Comunità evangelica di azione apostolica (CEVAA) e intrattiene stretti legami con le chiese protestanti in Germania, Francia, Inghilterra, Stati Uniti. In Italia collabora con le altre chiese evangeliche nella Federazione delle chiese evangeliche e nella Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS).

Siti utili

La sede legale della Tavola valdese è a Torre Pellice (Torino); gli uffici a Roma in via Firenze 38, tel. 064745537.

Sulla storia e il pensiero valdese: Giorgio Tourn; I valdesi: la singolare vicenda di un popolo chiesa, Claudiana, Torino 1977; Aldo Ribet, Per un’alternativa al Concordato, Claudiana, Torino 1988; Giorgio Bouchard, I valdesi e l’Italia, Claudiana, Torino 1988.

(agenzia stampa nev- notizie evangeliche, febbraio 2017)

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