Le Sette settimane per l’acqua 2017 dedicate all’Africa

Con una celebrazione ecumenica a Addis Abeba (Etiopia) è iniziato lo scorso 1° marzo il percorso proposto dalla Rete ecumenica per l’acqua (EWN) che dalla quaresima porterà a Pasqua. Si tratta di un “pellegrinaggio per la giustizia idrica” che affronterà tematiche legate al tema dell'acqua come diritto umano nel contesto del contiente africano

Håvard Bjelland/Kirkens Nødhjelp/ACT

Roma (NEV), 6 marzo 2017 – E’ iniziato lo scorso 1° marzo il percorso delle “Sette settimane per l’acqua“, programma promosso ogni anno dalla Rete ecumenica per l’acqua (EWN) del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) nel periodo che dalla quaresima porta a Pasqua . Il focus di questa X edizione è costituito da un “pellegrinaggio verso la giustizia idrica in Africa”, così il sito del CEC descrive il percorso di riflessioni bibliche e analisi di problemi specifici legati all’acqua come diritto. “Oggi – si legge ancora sul sito – 750 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile … la metà di queste persone vive nell’Africa sub-sahariana”.

Una donna porta a casa l’approvigionamento d’acqua per la propria famiglia in Malawi. ©ACT/Paul Jeffrey

Le Sette settimane per l’acqua si sono ufficialmente aperte mercoledì 1° marzo con un culto nella cattedrale della Chiesa ortodossa etiope ad Addis Abeba (Etiopia). “In questo luogo – ha detto per l’occasione Agnes Aboum, moderatora del CEC – vogliamo ricordare che la crisi dell’acqua in Africa colpisce duramente soprattutto donne e bambini che devono percorrere miglia e miglia per approvvigionarsi di acqua potabile. A nome del CEC, invito tutti a resistere alla mercificazione e commercializzazione dell’acqua a spese dei poveri”.

L’intervento della prima selle Sette settimane è stato affidato al pastore presbiteriano Benebo Fubara-Manuel, presidente del Consiglio delle chiese della Nigeria, che attraverso una lettura dell’episodio biblico delle acque di Mara, affronta il tema “Cristianesimo, sacralità e scarsità dell’acqua”. “Gli sforzi per rendere l’acqua disponibile per tutti devono essere visti come un’opera di Dio attuata attraverso gli esseri umani e compresa quindi in questa dimensione sacrale. Sebbene l’acqua sia già riconosciuta dall’ONU come un diritto umano, preghiamo Dio affinché apra i nostri occhi su quelle parti del mondo in cui l’acqua non è ancora compresa come una necessità umana fondamentale”.

Gli interventi successivi, uno per settimana, affronteranno temi quali condizione femminile e povertà d’acqua, sicurezza alimentare e idrica, l’acqua come fonte di conflitto e mezzo di pace, la risposta delle chiese alla crisi dell’acqua. Tra gli autori delle riflessioni, l’eco teologo keniota Jesse Mugambi; il teologo sudafricano e attivista per i diritti civili Frank Chicane; la voce moderatora del CEC Isabel Phiri.