500 anni della Riforma: dare forma all’Europa – osare il cambiamento!

A Bruxelles, l’europarlamento ha ospitato una conferenza organizzata dalla Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE) e dalla Chiesa evangelica in Germania (EKD) per riflettere su come l’eredità della Riforma possa contribuire a dare coesione e prospettiva a un’Europa attraversata da paure, nazionalismi e populismi. A conclusione l'incontro con il presidente Tajani

I relatori della conferenza incontrano il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani. Foto: CPCE/Frank-Dieter Fischbach

Roma (NEV), 8 marzo 2017 – Lo scorso 7 marzo si è tenuta a Bruxelles la conferenza “500 anni di Riforma protestante: dare forma all’Europa – osare il cambiamento!”, organizzata presso il Parlamento europeo dalla Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE) e dalla Chiesa evangelica in Germania (EKD). Davanti a una platea di circa 150 parlamentari e funzionari delle istituzioni della UE, alcuni esponenti di chiese protestanti rappresentative dell’intero continente hanno riflettuto su come l’eredità (e gli eredi) della Riforma può contribuire a dare coesione e prospettiva a un’Europa attraversata da paure, nazionalismi e populismi.

“Ciò che più mi ha colpito è stata l’unità di intenti espressa da tutti gli intervenuti – ha dichiarato al quotidiano online Riforma.it il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, che ha partecipato a una delle due tavole rotonde della conferenza -. Davvero parliamo la stessa lingua nel ribadire il nostro impegno per l’Europa e le sue istituzioni, un impegno per favorire una politica europea che sia comune ma anche giusta nei confronti di chi comunitario non è”. Quest’ultimo punto è risuonato con forza nell’intervento di Bernardini sia nel descrivere la chiesa valdese come una realtà multiculturale, sia nel presentare il progetto pilota dei corridoi umanitari promosso insieme alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e alla Comunità di Sant’Egidio per portare in Italia, in sicurezza e legalmente, profughi in condizioni di particolare vulnerabilità.

Tra gli altri interventi, l’arcivescova luterana svedese Antje Jackelèn ha sottolineato il carattere continentale della Riforma del XVI secolo, capace di oltrepassare confini e di unire prospettiva globale e locale. Il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, presidente della EKD, ha ripreso il concetto di luterano del peccato che Lutero descriveva come un “essere ripiegati su se stessi” applicandolo al nazionalismo. Il vescovo luterano austriaco Michael Bünker, segretario generale della CCPE, ha proposto il modello ecumenico dell’unità nella diversità esemplificato dalla Concordia di Leuenberg.

La conferenza si è conclusa con la visione di un cosiddetto Pop-Oratorium su Martin Lutero e con un incontro con il presidente dell’europarlamento Antonio Tajani che ha sottolineato come il dialogo tra confessioni religiose possa essere una forza contro nazionalismi e populismi.