Il creato non è in vendita

A Roma la Commissione Globalizzazione e ambiente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia ha promosso un seminario interdisciplinare per riflettere su un nuovo paradigma economico, finanziario e teologico del rapporto con l’ambiente

Roma (NEV), 13 marzo 2017 – Un diverso approccio all’ambiente, tanto nella prospettiva globale dell’economia tanto in quella particolare delle scelte quotidiane di cittadini, come pure nella sfera di senso di credenti in Cristo, non è più rinviabile. Quelli che spesso vengono descritti come comportamenti alternativi, oggi sono in realtà senza alternativa se si ha a cuore la salvaguardia del Creato. E’ questo il messaggio emerso nel seminario “Il creato non è in vendita” tenutosi a Roma sabato 11 marzo per iniziativa della Commissione Globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Un concetto sottolineato da tutti gli intervenuti e ribadito in un documento finale stilato dalla GLAM.

I lavori, moderati da Antonella Visintin coordinatrice della GLAM, sono iniziati dopo i saluti del pastore Luca Maria Negro, presidente della FCEI e di Maria Laura Sbaffi, presidente del Consiglio della chiesa metodista di Roma che ha ospitato l’evento.

Franco Pasquali, presidente della Fondazione Symbola, è intervenuto sottolineando la necessità di una conversione delle aziende all’economia circolare che invece di generare rifiuti promuova il riciclo degli elementi biologici e il riuso dei materiali tecnici. Una proposta “green” che molte aziende, anche in Italia (il nostro paese è leader per esempio nel riciclo del legno e dell’alluminio), già stanno assumendo per poter rimanere competitive a livello nazionale e internazionale. E’ un modello alternativo a quello della “decrescita” che implica un modo nuovo di produrre e di assemblare i propri prodotti, in grado di tenere insieme competitività, rispetto dell’ambiente e produttività.

“I mercati non sono più parte dell’economia, cioè del governo della casa comune, ma della crematistica, cioè della produzione di ricchezza fine a se stessa, che arricchisce enormemente i pochi e impoverisce i molti. Siamo dominati da una ‘greed economy’ (economia dell’avidità) mentre dovremmo indirizzarci verso una ‘green economy’”. E’ questa la diagnosi di Riccardo Milano, responsabile delle relazioni culturali di Banca etica, che ha ricordato che ognuno ha la possibilità di “votare con il proprio portafoglio” attraverso i nostri acquisti quotidiani o reclamando trasparenza su come i soldi che depositiamo nelle banche vengono utilizzati.

Il cambiamento di paradigma non riguarda solo la dimensione economica e finanziaria ma anche quella teologica e spirituale. E’ quanto hanno sottolineato i partecipanti alla tavola rotonda conclusiva dell’incontro “La terra è mia, dice il Signore. Creazione di Dio e umana compartecipazione”. Sia Eric Noffke, docente di Nuovo Testamento alla Facoltà teologica valdese di Roma, sia Hanz Gutierrez, docente di teologia sistematica all’Istituto avventista di cultura biblica di Firenze, hanno sottolineato come l’ambiente non sia un tema biblico centrale, per di più legato a un contesto agricolo che non poteva mai immaginare i livelli di industrializzazione e sfruttamento del mondo moderno, e a una polemica con un mondo pagano che divinizzava la natura. Esiste tuttavia la possibilità di individuare degli “ingredienti” biblici che permettano di uscire di una lettura antropocentrica del rapporto con Dio: dalla considerazione che il dominio sulla natura concesso da Dio agli esseri umani non prevede alcuna forma di violenza, alla rilettura di testi come il salmo 98 in cui la lode di Dio non è espressa dall’agire umano ma dal canto dell’intero creato. Infine il pastore Herbert Anders, membro della GLAM, ha proposto una lettura della violenza umana sui suoi simili e sul creato come espressione di un’angoscia esistenziale che può essere superata nella fede in Cristo che ha vissuto e superato tutte le angosce umane.

Il documento finale dell’incontro è disponibile qui.