Accoglienza. Altre famiglie siriane atterrate in sicurezza a Roma-Fiumicino

In sede di Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ieri l’ambasciatore italiano Cardi ha nominato il modello dei “corridoi umanitari” come una pratica “di spicco”

Arrivo di un corridoio umanitario a Roma-Fiumicino

Roma (NEV), 28 aprile 2017 – Ieri 67 persone, oggi 57, per un totale, sin da febbraio dell’anno scorso, di 800, di cui 40% minori: questi i numeri dell’ultimo corridoio umanitario a beneficio di persone siriane rifugiatesi in Libano, e arrivate in tutta sicurezza in Italia.

Atterrato questa mattina all’aeroporto di Roma-Fiumicino, il 13esimo volo organizzato dagli enti promotori – Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con i Ministeri degli Esteri e dell’Interno – ha portato legalmente, grazie a un visto d’ingresso in Italia per motivi umanitari emesso dall’ambasciata italiana di Beirut, 13 nuovi nuclei famigliari che saranno ora ridistribuiti nelle varie strutture di accoglienza.

Le persone giunte oggi saranno prese in carico dalla FCEI, dalla Diaconia Valdese e dei loro partner, e sono già in viaggio verso Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Lazio, Toscana, Calabria e Puglia.

Una rete di solidarietà, quella dell’accoglienza intorno ai beneficiari dei corridoi umanitari, che si allarga sempre di più: tra i nuovi sostenitori da segnalare c’è Oxfam Italia che con la Diaconia valdese ha firmato un accordo, grazie al quale l’ONG umanitaria accoglierà da oggi 4 famiglie in provincia di Livorno e Siena. “L’accordo si è sviluppato a partire dalla collaborazione nata in Sicilia, con il progetto OpenEurope rivolto alle persone escluse dal sistema di accoglienza, poi cresciuta in tutta Italia, con il programma dei ‘Community Center’ a Catania, Arezzo, Firenze e Torino – spiega Massimo Gnone, responsabile del Dipartimento migrazioni della Diaconia valdese – . Questo coinvolgimento di Oxfam significa maggiore visibilità della buona prassi dei corridoi umanitari, anche a livello internazionale”.

Intanto ieri, in sede di Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l’ambasciatore italiano Sebastiano Cardi – in relazione alla situazione in Siria – ha nominato il modello dei “corridoi umanitari” come una pratica “di spicco”: “E’ un atto di solidarietà e un modo per contrastare il traffico di esseri umani. Un modello che anche altri paesi stanno seguendo”, si legge in una nota diffusa da Onuitalia.

Il modello dei corridoi umanitari è replicabile in tutti paesi dell’area Schengen. Il 14 marzo scorso è stato firmato in Francia un accordo che permetterà, con procedure simili a quelle avviate in Italia, l’arrivo di 500 profughi siriani a partire dal mese di maggio. Altri Stati europei hanno già manifestato la loro attenzione al progetto.

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Corridoi umanitari, i numeri dell’accoglienza protestante