La ministra Fedeli: si approvi la legge sulla cittadinanza prima della fine della legislatura

Un convinto sostegno alla legge sui diritti di cittadinanza che ancora giace in Senato, è stato espresso dalla ministra Fedeli ieri, 31 maggio, a Roma durante la presentazione del volume “L’età del transito e del conflitto. Bambini e adolescenti tra guerre e dopoguerra, 1939-2015”, svoltasi presso la sala della chiesa valdese di piazza Cavour

Roma (NEV), 1 giugno 2017 – “Se non si approva la legge sulla cittadinanza non si sostengono i corridoi umanitari, né si sostiene il lavoro di integrazione compiuto dalla scuola italiana”, per questo è necessario che la legge sullo ius soli temperato “sia approvata prima di agosto”. E’ quanto ha affermato la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli ieri pomeriggio a Roma durante la presentazione del volume “L’età del transito e del conflitto. Bambini e adolescenti tra guerre e dopoguerra, 1939-2015” (ed. Il Mulino), organizzata dalla Fondazione Villa Emma, in collaborazione con la rivista Confronti e con la libreria Claudiana di Roma, presso la sala della chiesa valdese di piazza Cavour.

Un sostegno convinto da parte della ministra alla legge, portata in Parlamento dalla campagna “L’Italia sono anch’io“, sostenuta anche dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che prevede, tra l’altro, la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati o cresciuti in Italia. Quella sulla cittadinanza è una delle leggi di riforma che la fine anticipata della legislatura mette a rischio.

La presentazione del libro – moderata dal direttore di Confronti, Claudio Paravati – ha felicemente collegato il passato con il presente. Il volume infatti, “attraverso l’autorità della memoria dà spessore storico all’attualità”, come ha efficacemente detto Paolo Naso, coordinatore del progetto Mediterranean Hope della FCEI e docente all’Università La Sapienza: parte dalla vicenda di Nonantola (MO) dove nel 1942-43 settantadue bambini e ragazzi ebrei dell’est europeo sono stati nascosti e salvati a Villa Emma, passa attraverso le guerre della ex-Jugoslavia e l’esperienza dei maestri di strada nel napoletano, per arrivare ai minori non accompagnati che sbarcano oggi sulle nostre coste.

“Il libro si basa sulla centralità dei soggetti”, ha spiegato Maria Bacchi, una delle due curatrici. Sfogliando l’indice si susseguono le testimonianze dirette di persone che ricordano la loro infanzia o adolescenza in periodi di guerra e lo sradicamento susseguente. Testimonianze come quella di Clotilde Pontecorvo che, presente all’incontro, ha potuto portare un frammento della sua storia di bambina ebrea durante gli anni delle leggi razziali e della Seconda Guerra mondiale.

Un momento dell’incontro

Marco Rossi Doria ha portato la sua esperienza di maestro di strada nei Quartieri spagnoli a Napoli, sottolineando come l’intento della pubblicazione sia quello di evidenziare il carattere educativo e formativo dell’accoglienza che non consiste solo nel ricevere chi cerca protezione ma anche andare verso chi è stato scartato dalla società. Sul tema dei minori non accompagnati che arrivano oggi sulle nostre coste, si è soffermato Paolo Naso sottolineando come solo “un’accoglienza diffusa e partecipa si configuri come la via più efficace verso l’integrazione e la cittadinanza”.

Infine, il direttore e il presidente della Fondazione Villa Emma, rispettivamente Franco Ciuffi e il senatore Stefano Vaccari, hanno annunciato la prossima costituzione di una scuola di operatori dell’accoglienza presso Villa Emma, per continuare ad accompagnare i minori in fuga dalle guerre del mondo.