Roma (NEV), 5 giugno 2017 – “Orizzonti di libertà”: questo il titolo del documento congiunto delle chiese evangeliche italiane, reso noto sabato scorso, nel quadro dei festeggiamenti in occasione dei 500 anni dalla Riforma protestante, e letto in apertura del culto solenne di Pentecoste, svoltosi a Milano presso il Teatro Comunale Dal Verme.
Il documento teologico è articolato in 7 punti, e mette l’accento sulla testimonianza della Parola oggi. Al primo punto si legge come le celebrazioni per i 500 anni della Riforma di Martin Lutero siano “l’occasione per tutte le chiese di proclamare Gesù Cristo quale Evangelo del perdono gratuito di Dio”. E non manca un punto, il sesto, specialmente dedicato all’impegno ecumenico, in cui bene si evidenzia come alcune questioni – come la denuncia di ingiustizie, la consolazione di chi soffre, l’accoglienza di chi è emarginato o discriminato – siano, appunto, da intendersi come compiti da svolgere “ecumenicamente”.
Giuseppe Platone, pastore valdese di Milano, aprendo il culto solenne a questo proposito ha spiegato: “La Riforma protestante ha diviso profondamente la cristianità, per secoli i cristiani si sono combattuti, hanno vissuto tempi difficili, storie separate, o si sono anche semplicemente ignorati. Ma il tempo è passato, e grazie anche al movimento ecumenico le relazioni tra le chiese sono cambiate molto, nel segno delle riconciliazioni e dell’ascolto della comprensione reciproca. Così oggi le celebrazioni di questo Quinto Centenario dell’inizio della Riforma protestante, hanno assunto un tono, uno stile, un contenuto diversi, e prediamo atto che sono molto più le cose che uniscono i cristiani di quelli che invece le dividono”.
Di seguito il teso integrale del documento.
Orizzonti di libertà
- La ricorrenza del quinto centenario della Riforma protestante, che nel 2017 si ricorda in ogni parte del mondo, è l’occasione per tutte le chiese di proclamare Gesù Cristo quale Evangelo del perdono gratuito di Dio.
- L’Evangelo è l’annuncio della libera grazia di Dio che dona alle donne e agli uomini, nonostante le loro mancanze, il coraggio di intraprendere con gioia e fiducia il cammino della fede, della speranza e dell’amore.
- La Riforma afferma che la Parola di Dio viene prima di qualunque parola umana e che essa è accessibile a tutti mediante la predicazione, l’ascolto, la lettura, l’insegnamento e l’alfabetizzazione biblica.
- Noi, cristiani evangelici, figlie e figli della Riforma protestante e di coloro che nello stesso spirito l’hanno preceduta e seguita, riconosciamo la necessità di convertire costantemente la nostra vita personale e le nostre chiese per mezzo del messaggio biblico, reso vivo dalla potenza dello Spirito Santo, che chiama alla libertà, alla responsabilità e alla testimonianza.
- Noi guardiamo con gratitudine alla testimonianza evangelica nel nostro Paese di quelle donne e quegli uomini che nel passato hanno dato la propria vita per essere discepoli coerenti e testimoni fedeli dell’Evangelo.
- Noi ci impegniamo, con l’aiuto di Dio e in una rinnovata comunione ecumenica, a predicare l’Evangelo, a denunciare ogni tipo di ingiustizia, a consolare chi soffre e accogliere chi è emarginato o discriminato.
- Noi, chiese evangeliche di diverse tradizioni, rendiamo grazie a Dio per averci condotto oggi a superare le tragiche divisioni del passato per testimoniare e condividere con gioia la fede comune in Gesù Cristo, nella consapevolezza che “col corpo e con l’anima, in vita e in morte, non sono mio, ma appartengo al mio fedele Salvatore, Gesù Cristo” (Catechismo di Heidelberg, domanda 1).
Milano, 3 giugno 2017