Francia. Imminente l’apertura di un corridoio umanitario per siriani dal Libano

E’ iniziato il count-down per il progetto ecumenico che ricalca quello italiano. Intanto arriva l’appello della Federazione protestante di Francia a partecipare mettendo a disposizione degli alloggi

Il campo di Tel Abbas (Libano)

Roma (NEV), 12 giugno 2017 – “Servono alloggi per i rifugiati che arriveranno con i corridoi umanitari!”: l’appello alla solidarietà, lanciato oggi dal pastore François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia (FPF), e indirizzato a tutte le persone di buona volontà, chiede una partecipazione attiva a chi ne abbia la possibilità. In vista della prossima apertura anche verso la Francia di un canale sicuro e legale per 500 siriani e iracheni provenienti dal Libano, i partner protestanti coinvolti nel progetto ecumenico (analogo a quello già sperimentato in Italia) fanno appello alla generosità dei francesi, e in particolare a quella di membri di chiesa, opere diaconali o associazioni evangeliche.

Dopo la firma a marzo di un protocollo tra l’Eliseo da una parte e la FPF, la Federazione di mutuo soccorso (Entraide protestante), il Secours catholique, la Conferenza episcopale e la Comunità di Sant’Egidio dall’altra, è atteso entro questo mese l’arrivo del primo corridoio umanitario verso la Francia. Un progetto definito dallo stesso Clavairoly come “originale e promettente”.

A gestire per parte protestante l’accoglienza dei profughi sarà l’Entraide protestante, da anni impegnata nel settore. Una piattaforma nazionale ad hoc è stata creata per accompagnare i cittadini che si vogliano mettere in gioco ospitando alcune delle persone in arrivo. La richiesta è non solo di spazi abitativi, ma è indirizzata anche a singole persone o gruppi, disponibili a farsi carico dell’accoglienza e integrazione di chi ha dovuto lasciare tutto.

Dopo l’Italia, che ha istituito dei corridoi umanitari per un numero complessivo di 1000 beneficiari in due anni, per ora la Francia è l’unico paese europeo ad aprire in via sperimentale un canale legale e sicuro per 500 profughi in condizione di particolare vulnerabilità.

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