Il Premio Luchetta ai “Corridoi umanitari”

Il 22 giugno a Trieste la Fondazione Luchetta consegnerà il Premio ai promotori del progetto ecumenico, con la motivazione: “un appello all’Europa perché si renda protagonista dell’accoglienza”

In partenza verso l'aeroporto di Beirut (Libano) per l'imbarco sul volo Alitalia per Roma-Fiumicino grazie al progetto dei corridoi umanitari

Roma (NEV), 19 giugno 2017 – Nell’ambito della 14esima edizione del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, il riconoscimento speciale per il 2017 va al progetto dei “Corridoi umanitari”, avviato ecumenicamente da Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio. Per la FCEI ritirerà il riconoscimento la sua vicepresidente Christiane Groeben. L’appuntamento, in agenda il 22 giugno al Teatro Politeama Rossetti di Trieste, sarà trasmesso da RaiUno dalle 20.30.

“È un grande onore ricevere questa attenzione – ha dichiarato a Riforma.it Paolo Naso, coordinatore del progetto Mediterranean Hope della FCEI –. Questa è la conferma e l’ulteriore dimostrazione che la società civile dimostra di saper rispondere alle necessità e di saper tutelare i diritti umani e la vita delle persone, in questo caso dei profughi giunti in Italia dal Libano attraverso il nostro progetto. È molto importante ciò che si fa per l’accoglienza – ha concluso Naso –. Ancor più importante è promuovere la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione”.

Tra le motivazioni della Fondazione Luchetta per il Premio speciale 2017, si legge: “premiamo un sogno che può e deve diventare realtà: un appello all’Europa perché si renda protagonista dell’accoglienza”.

Il Premio è stato istituito dopo il vile attacco che causò la morte, il 28 gennaio 1994 a Mostar Est, di una troupe della RAI di Trieste che stava realizzando uno speciale per il Tg1 per proporre i bambini vittime della guerra balcanica come candidati al Premio Nobel per la Pace. Persero la vita quel giorno: Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo. L’iniziativa si iscrive nel ricordo dei tre giornalisti, nonché di quello di un altro operatore triestino, Miran Hrovatin, assassinato a Mogadiscio con la giornalista Ilaria Alpi.

I riconoscimenti, ogni anno, sono assegnati a giornalisti, fotografi e tele cineoperatori di tutto il mondo capaci di raccontare, con particolare sensibilità, la difficile tematica delle violenze e delle sopraffazioni sui bambini: “Un premio al giornalismo che è insieme notizia e messaggio che promuove i valori di pace, sostegno, solidarietà e rispetto dei diritti civili, l’unica via d’uscita dalle tragedie di ieri e di oggi”.

Arrivo all’Aeroporto di Roma-Fiumicino di un gruppo di siriani imbarcatisi a Beirut con i corridoi umanitari