Giornata mondiale del rifugiato. L’impegno degli evangelici italiani nell’accoglienza

La Federazione delle chiese evangeliche in prima fila con il suo programma “Mediterranean Hope”. Il presidente Luca Maria Negro: “Seppure in piccolo, e con le forze che abbiamo a disposizione, crediamo di indicare una strada per affrontare in modo olistico il fenomeno delle migrazioni”

Roma (NEV), 20 giugno 2017 – L’attenzione al fenomeno migratorio e all’accoglienza di rifugiati e migranti è sin dalla sua fondazione nel 1967 un pilastro costitutivo della testimonianza della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che tra i suoi membri annovera battisti, metodisti, luterani, valdesi e l’Esercito della Salvezza.

“Da alcuni anni, di fronte al dramma degli arrivi via mare di barconi stipati di profughi, ma soprattutto di fronte ai naufragi che in pochi anni hanno fatto del Mediterraneo un vero e proprio cimitero di massa, con il nostro Programma Mediterranean Hope abbiamo voluto segnare e segnalare una speranza, una possibilità diversa, alternativa, nella gestione del fenomeno migratorio”, dice il presidente della FCEI, il pastore Luca Maria Negro.

Attraverso “Mediterranean Hope” – Programma rifugiati e migranti, la FCEI è impegnata soprattutto su quattro fronti: l’osservazione, la testimonianza, l’accoglienza e, non ultima, la proposta politica.

Luca Maria Negro

Consapevole della necessità di una solidarietà europea in materia di politiche d’accoglienza e di asilo, il Programma Mediterranean Hope stimola le chiese protestanti europee a promuovere azioni di sensibilizzazione affinché in tutti gli Stati membro dell’Unione europea, l’opinione pubblica e la classe politica comprendano la rilevanza umanitaria del problema e predispongano adeguate misure di tutela. La possibilità per i richiedenti asilo di spostarsi liberamente nello spazio europeo, e quindi la riforma del Regolamento di Dublino, costituisce elemento fondamentale di questa strategia. A questo si aggiungono i Corridoi umanitari, una buona pratica portata avanti con successo in quest’ultimo anno e mezzo.

“Crediamo, seppure in piccolo e con le poche forze che abbiamo a disposizione, di indicare una strada, percorribile, relativamente ad un approccio al fenomeno migratorio che sia il più possibile olistico”, spiega ancora il presidente Negro. (Vedi qui sotto in dettaglio le diverse sezioni operative del Programma).Mediterranean Hope (MH) si struttura in diverse sezioni operative:

L’Osservatorio sulle migrazioni di Lampedusa

Aperto sull’isola nei primi mesi del 2014, l’Osservatorio di MH è un occhio sulla frontiera che nel tempo ha fatto proprie diverse funzioni: monitora gli sbarchi, le condizioni della prima accoglienza, l’impatto delle migrazioni sulla popolazione locale; cura i rapporti con gli isolani, con l’associazionismo, con le istituzioni locali, regionali e nazionali; collabora con la parrocchia cattolica dell’isola; promuove la costruzione di reti nazionali ed internazionali per la sensibilizzazione sul tema delle migrazioni mediterranee. Sul fronte dell’informazione, l’Osservatorio di MH diffonde una newsletter sulla propria attività di osservazione partecipata. L’Osservatorio di MH aderisce inoltre all’Associazione “Lampedusa solidale”, impegnata nel lavoro di primissima accoglienza al molo Favaloro, dove sbarcano i migranti salvati in mare. La struttura ospita e coordina anche la formazione e la gestione di volontari.

La Casa delle Culture di Scicli

La “Casa delle Culture” di Scicli (Ragusa) è stata inaugurata nel dicembre del 2014 con il sostegno della comunità metodista locale. La Casa conta una quarantina di posti letto e offre ospitalità a quei migranti che in ragione della loro vulnerabilità la Prefettura di Ragusa preferisce assegnare alla struttura evangelica (giovani mamme, donne incinte, minori non accompagnati). Oltre a garantire l’accoglienza, la Casa offre ai propri ospiti orientamento e formazione e promuove sul territorio programmi sociali e interculturali aperti alla popolazione locale, con lo scopo di diffondere una “cultura dell’integrazione” in tutto lo scliclitano. Al suo interno opera un team di educatori, assistenti sociali, operatori sanitari, mediatori culturali, insieme a decine di volontari provenienti dall’Italia e dall’estero.

I Corridoi Umanitari

La FCEI insieme alla Tavola Valdese e alla Comunità di Sant’Egidio promuove il progetto-pilota dei “Corridoi umanitari”, i primi mai realizzati in Europa. Il protocollo d’intesa firmato il 15 dicembre 2015 dagli enti promotori e dai ministeri degli Esteri e dell’Interno, prevede l’arrivo con un regolare volo di linea di mille profughi in due anni. Ad oggi sono giunti dal Libano, per vie legali e sicure, già 800 persone. La base giuridica di questa iniziativa ecumenica è fornita dall’art. 25 del Regolamento CE 810/2009 che concede ai paesi Schengen la possibilità di rilasciare visti umanitari validi per il proprio territorio. Una volta in Italia, avanzano regolare richiesta di asilo. L’accoglienza, l’accompagnamento e l’assistenza (giuridico-legale, linguistica, psicologica, sanitaria), sono ad esclusivo carico degli enti promotori. Per parte evangelica l’accoglienza è organizzata da FCEI-MH e dalla Diaconia valdese con il sostegno dei fondi dell’otto per mille valdese e donazioni internazionali.

Il Relocation Desk

Superata la fase della primissima accoglienza, MH accompagna i richiedenti asilo nel loro percorso di inserimento nella società italiana. A Roma, in collaborazione con altre realtà locali e nazionali, e valorizzando i rapporti della FCEI con varie chiese europee, il Relocation Desk di MH sta costruendo una rete di solidarietà per il sostegno all’integrazione.