Roma (NEV), 23 giugno 2017 – La Conferenza delle chiese europee (KEK) ha promosso ieri presso il Parlamento europeo una conferenza avente come tema il corposo documento “Oltre la prosperità? La governance economica europea come dialogo fra teologia, economia e politica” (edito da KEK in collaborazione con globethics). Il testo riunisce, in 149 pagine, una serie di riflessioni sulle diverse crisi, fra loro intrecciate, dalla Brexit all’instabilità finanziaria, fino al fenomeno migratorio di massa. Questi temi sono affiancati a una riflessione sulla governance economica europea, con specifiche raccomandazioni politiche, dalla prospettiva delle chiese.
La conferenza ha riunito rappresentanti delle chiese della KEK, istituzioni politiche europee e altri attori della società civile. Nel suo discorso di apertura, il presidente della KEK l’arcivescovo anglicano Christopher Hill ha sottolineato l’interesse incessante della chiesa per la governance economica, in particolare attraverso l’impegno nell’ambito dell’istruzione, dei servizi sociali e della salute, della coesione sociale, spesso nella cornice dei beni comuni. Hill ha inoltre evidenziato che “Oltre la prosperità” va inteso come fonte di ispirazione per una discussione, piuttosto che come proposta di soluzioni. Fra i diversi argomenti trattati: la sfida della politica europea per ridurre l’aumento delle disuguaglianze sociali in ambito economico, sociale e ambientale, il ruolo della trasparenza nella democratizzazione e nel rafforzamento della fiducia nelle istituzioni europee, la connessione globale a molti problemi europei e il bisogno di una riforma radicale delle istituzioni finanziarie.
Sono ancora in corso i preparativi e le consultazioni della KEK per l’Assemblea generale prevista a Novi Sad (Serbia) nel 2018, che metterà a fuoco il futuro dell’Europa attraverso l’obiettivo dell’imperativo biblico della testimonianza, della giustizia, dell’ospitalità e dell’accoglienza. “Sebbene l’Unione abbia un ruolo e responsabilità specifiche per il continente, sappiamo che l’Europa è molto più che l’Unione europea. Tutti noi abbiamo una parola da dire sul futuro del continente e nell’elaborazione dell’Europa come nostra casa comune”, si legge in una nota della KEK, che ha rilanciato la sua lettera aperta dal titolo “Quale futuro per l’Europa?”, che è tradotta in inglese, francese, tedesco, russo e olandese.