#Sinodovaldese. Diaconia, servire per testimoniare

Il Sinodo riceve un documento di natura politica sui fenomeni migratori elaborato dalla Commissione sinodale per la Diaconia. Non solo migranti però, ma servizio per tutti e tutte, migranti e italiani, a favore di una società realmente inclusiva

Torre Pellice (TO), 23 agosto 2017 (SSSMV/11) – È in corso nell’aula sinodale la discussione sulla diaconia: servizi educativi, sanitari e sociali, accoglienza, ospitalità, accompagnamento, assistenza agli anziani, formazione per i giovani, servizi all’infanzia, protezione dei rifugiati e richiedenti asilo, fundraising e molto altro. In particolare, sin dall’emergenza Nordafrica del 2011, la Diaconia valdese ha considerevolmente ampliato il lavoro a favore dei migranti, ed è impegnata in prima linea nell’accoglienza dei profughi siriani che dal Libano giungono in Italia grazie ai “corridoi umanitari”.

In merito ai fenomeni migratori, nel pomeriggio di ieri, il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha ricevuto e inoltrato alla riflessione delle chiese un significativo documento a cura della Diaconia valdese. Francesco Sciotto, pastore e membro della Commissione sinodale per la Diaconia (CSD), ha sottolineato in conferenza stampa come esso sia un “documento politico”, che tuttavia si apre con una riflessione teologica: “noi in primis, come persone che fanno parte di una minoranza religiosa siamo stati oggetto di persecuzioni, esilio, migrazioni forzate, allontanamenti. Le migrazioni sono un fenomeno globale, enorme e complesso, che non possiamo contrastare. Militarizzare le frontiere non crediamo sia la soluzione, accogliere è meno costoso, sia dal punto di vista sociale ma anche economico”.

Da sinistra: in conferenza stampa Anna Ponente, Gianmario Gillio (NEV), Giovanni Comba, Francesco Sciotto

Giovanni Comba, presidente della CSD, ha spiegato che la parola diaconia significa “mettere in pratica il messaggio dell’Evangelo”. La Diaconia valdese ha una storia antica, ha proseguito Comba “alcune opere che stiamo gestendo risalgono alla metà dell’800 e si tratta di gestire con continuità evangelica la quotidianità assai più complessa di oggi. La diaconia ha senso solo insieme alla chiesa. È fondamentale quindi mantenere sempre un legame con le comunità locali”.

“Il lavoro della Diaconia valdese è incentrato sul concetto di integrità e dignità di ciascuna persona, senza discriminazioni legate a provenienza, età, condizione sociale”, ha affermato Anna Ponente, direttrice del Centro diaconale “La Noce” di Palermo, illustrando quanto svolto nella scuola dell’infanzia e primaria, attraverso l’inserimento di bambini che provengono da settori difficili di Palermo e dalle famiglie immigrate o arrivate con i corridoi umanitari. Un altro ambito d’intervento è quello dell’accoglienza: “Ci occupiamo di minori non accompagnati, di nuclei mamma-bambino e di famiglie in stato di necessità. Alla base del nostro lavoro c’è l’ascolto, l’idea di porre al centro la persona, non in modo assistenzialista per soddisfare necessità precarie, ma di costruire insieme percorsi che, oltre ai bisogni primari, siano tesi alla realizzazione degli interessi, delle attitudini e dei diritti di ciascun individuo”.

“Non senza dimenticare che il nostro impegno è rivolto a tutti e tutte, migranti e italiani”, ha aggiunto Sciotto, auspicando una società che sia inclusiva per tutti, “perché un welfare che è rivolto a tutti, va a favore di tutti”.

La Diaconia valdese intreccia una rete di professionisti, operatori e volontari, sparsi in diverse opere sociali in tutta Italia, coinvolgendo territori, istituzioni e chiese. (NEV/CS40)

Fenomeni migratori – la posizione della CSD

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