Quello che resta

di Cristina Baroni

(NEV), 20 settembre 2017 – La rubrica “Lo sguardo dalle frontiere” è a cura degli operatori e delle operatrici di Mediterranean Hope (MH), il progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Questa settimana “Lo sguardo” proviene dalla “Casa delle Culture” di Scicli.

Ogni giorno, dopo un turno di sei ore di volontariato alla Casa delle Culture torno a casa, una casa in cui vivo con tutti gli altri volontari del centro. Ogni sera, ci raccontiamo quello che è successo durante il giorno che gli altri volontari si sono “persi”, perché non di turno. Si avvicina la fine di questa esperienza e guardo i volti dei ragazzi, ripenso a quello che ho vissuto con loro, a quello che mi hanno insegnato, a quello che mi hanno dato. Voglio conservare ogni momento.

Mi rimarrà l’emozione e la paura del primo giorno, la conoscenza lenta ma allo stesso tempo immediata di tutti i ragazzi, il ritmo della giornata, i volti degli operatori, l’odore del cibo che si sente salendo i tre piani di scale che portano alla cucina, le giornate al mare, il corso di italiano.

Mi rimarrà il sorriso di Fatima, che aveva quando guardava il mare e gli altri ragazzi fare il bagno, lo stesso sorriso che mi faceva quando ogni mattina andavo a salutarla.

Mi rimarranno i discorsi di Muhammad, i suoi sogni da realizzare, le sue aspirazioni lavorative, il suo “sure” accomodante come risposta ad ogni domanda.

Mi rimarrà la dolcezza dell’espressione di Meriem, che a differenza delle altre ragazze, non si buttava a ballare perché più timida, mi rimarrà il ricordo del suo abbraccio.

Mi rimarranno le lunghe trecce di lana delle ragazze nigeriane, nere, blu, rosse, grigie. Mi rimarranno le loro canzoni, i loro film Nollywood, il loro inglese che ho difficoltà a capire, il loro modo aggressivo di parlare, la vitalità del loro modo di ballare.

Mi rimarrà la complicità delle ragazze marocchine, la loro estrema riservatezza sulla propria vita personale. Mi rimarrà la voglia di Rachida di imparare a nuotare, la voglia di Laila di cucinare e imparare italiano, la risata di Khawla, la sua energia e la sua dolcezza.

Mi rimarranno i collages delle ragazze, che attraverso l’attività “vision board” hanno potuto esprimere i loro desideri, quello che piace loro fare, e ciò che per loro forma la felicità: l’amore.

Mi rimarrà la giornata al mare con i ragazzi del centro estivo “Adelfia”, la felicità nel ritrovarsi con i vecchi “coinquilini” e la tristezza nel salutarsi, a fine giornata.

Mi rimarrà l’amicizia con Lamine, il suo modo di parlare italiano (siciliano!), la sua storia, il braccialetto che mi ha regalato e quello che abbiamo uguale, per avere qualcosa che ci tenesse legati anche a distanza.

Ogni giorno esco dalla porta della Casa delle Culture con qualcosa in più dentro al cuore.