USA. Chiesa Unita di Cristo in ginocchio per la giustizia, #TakeAKnee

La congregazione di Brooklyn (New York City) della Chiesa Unita di Cristo si è “messa in ginocchio” a sostegno degli atleti e delle società sportive che in questi giorni stanno protestando sui campi da gioco e via Twitter, richiamando l'attenzione sull'ingiustizia razziale

Roma (NEV), 29 settembre 2017 – Fra il 22 e il 24 settembre numerosi giocatori della National Football League (NFL) – maggiore lega professionistica USA di football americano – si sono inginocchiati in segno di protesta, dopo che il presidente degli USA Donald Trump in Alabama aveva preso posizione contro quei giocatori che già nei mesi precedenti si rifiutavano di ascoltare in piedi l’inno nazionale prima delle partite, questo per protesta contro le discriminazioni e le violenze nei confronti degli afroamericani.

In solidarietà con le vittime e le famiglie di ingiustizia razziale, il 24 settembre da Brooklyn, a New York, una congregazione locale, membro della Chiesa Unita di Cristo (United Church of Christ – UCC), ha risposto alla chiamata: per dimostrare l’amore per il prossimo, come predicato nelle Scritture, si è inginocchiata alla fine del culto domenicale, pubblicando la foto su Twitter. E’ quanto si apprende dal sito ufficiale della UCC che riporta la notizia.

Fondata nel 1873, la Congregazione del Nazareno della Chiesa Unita di Cristo di Brooklyn è una comunità multiculturale nel quartiere di Bed-Stuy. “Siamo molto preoccupati per la giustizia sociale, e ogni volta che c’è un’occasione per stare a fianco delle persone oppresse e emarginate, lo facciamo”, ha dichiarato la predicatrice Sonya Horton.

 

Hanno aderito a #TakeAKnee, tra gli altri, anche il giocatore di basket Stephen Curry della squadra Golden State Warriors, vincitrice del campionato NBA; il campione di baseball Bruce Maxwell degli Oakland Athletics; e persino il cantante Stevie Wonder.

Le proteste sono iniziate poco più di un anno fa con Colin Kaepernick, giocatore della NFL, che – in occasione delle partite – rifiutava di stare in piedi durante l’inno nazionale. Negli ultimi giorni la mobilitazione si è fatta virale su Twitter con l’hashtag #TakeAKnee, ma anche fisicamente sui campi da gioco… e persino nei locali di culto.