Il premio Nobel per la Pace 2017 alla rete ICAN contro il nucleare

Fra i partner, anche il Consiglio ecumenico delle chiese, che con la Commissione delle chiese sugli affari internazionali è stato fra i primi e più motivati sostenitori della necessità di un testo condiviso sul bando delle armi nucleari

Foto Ivars Kupcis (CEC)

Roma (NEV), 9 ottobre 2017 – La Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN) lavorerà “instancabilmente nei prossimi anni per garantire la piena attuazione del trattato di divieto nucleare”. Lo ha dichiarato Beatrice Fihn, direttore esecutivo dell’ICAN, durante la conferenza stampa presso la sede del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) a Ginevra. “È un grande onore aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il 2017. Un riconoscimento del nostro ruolo nel raggiungimento del trattato sulla messa al bando delle armi nucleari”.

In apertura della conferenza stampa, alla presenza di giornalisti provenienti da tutto il mondo,  Olav Fyske Tveit, segretario generale del CEC (che fa parte della rete ICAN), ha detto: “È un giorno molto importante. L’ICAN ha giocato un ruolo fondamentale nella realizzazione di ciò che oggi è l’equivalente di un congresso internazionale di pace”.

La motivazione del comitato norvegese per il premio Nobel ha rimarcato il lavoro della rete ICAN “nel portare l’attenzione sulle conseguenze umanitarie catastrofiche di qualsiasi uso delle armi nucleari e per i suoi sforzi fondamentali per ottenere un trattato che metta al bando queste armi”, riferendosi al Trattato di accordo adottato il 7 luglio con il sostegno di 122 nazioni all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

Fihn ha parlato delle vittime dei bombardamenti nucleari del 1945 in Giappone, osservando che il premio è “un tributo a loro e anche un tributo ai sopravvissuti dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki – gli hibakusha – e alle vittime dei test nucleari in tutto il mondo, le cui testimonianze sono state fondamentali per assicurare questo accordo storico. Le potenze nucleari dividono il mondo. Il trattato offre un’alternativa potente e necessaria a un mondo minacciato dalla distruzione di massa. L’obiettivo del trattato è di delegittimare le armi nucleari e renderle illegali. Eserciteremo pressioni sugli Stati che hanno dichiarato che non lo firmeranno mai. Le cose cambieranno quando il resto della comunità internazionale dichiarerà illegali le armi nucleari. Ci vorrà del tempo, ma ci arriveremo”. Nessuno dei cinque membri del Consiglio di Sicurezza ha firmato il trattato, né lo hanno firmato gli Stati che possiedono armi nucleari, né i membri della NATO fra cui l’Italia.

L’ICAN rappresenta una coalizione di 468 organizzazioni che in 101 nazioni operano per porre fine al proliferare delle testate atomiche e ha sede a Ginevra. Negli ultimi anni ha lavorato in strettissima collaborazione con il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC).