Violenza contro le donne. La WACC: no al sessismo nei media

Roma (NEV), 24 novembre 2017 – Basta sessismo nei media! Il mondo dell’informazione ha una responsabilità troppo spesso sottovalutata quando si tratta della rappresentazione mediatica delle donne. L’altolà arriva dall’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC-World Association for Christian Communication) alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.

“16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne”: questo il titolo della campagna ad hoc che comincia domani fino al 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani; campagna che quest’anno mette al centro il tema della formazione professionale degli operatori dell’informazione. In particolare incoraggia i giornalisti e le giornaliste a seguire una prospettiva di genere quando confezionano le notizie. Impostare i contenuti mediatici in modo “sesso-specifico”, dice la WACC, è un modo utile per sensibilizzare la stessa società sul tema della violenza contro le donne. L’idea è di mobilitare chi lavora con e nei media al fine di “eradicare il sessismo nel giornalismo, che invece sostiene e normalizza le pratiche di discriminazione e di violenza contro le donne”, si legge in una nota della WACC.

Intanto, a sostegno della campagna, la WACC chiama all’azione sui social media – Facebook, Twitter e Instagram, luoghi virtuali dov’è più acuto l’hate speach contro le donne – con gli hashtag #EndMediaSexism e #16Days.

La WACC da 25 anni è in prima linea nel campo dell’advocacy a favore dei diritti delle donne nei media, anche grazie al suo progetto di monitoraggio globale (il cosiddetto Global media monitoring Project), la ricerca su scala mondiale più longeva relativa alla presenza delle donne nei mezzi d’informazione.