Scicli. Una corona di rose bianche per la bambina dispersa in mare

Merline, sopravvissuta al naufragio del 6 novembre nel Mediterraneo centrale, ha voluto ricordare la figlia di tre anni dispersa. Ieri al molo di Sampieri un momento di raccoglimento e preghiera insieme alla comunità metodista locale

Roma, (NEV) 11 dicembre 2017 – Una corona di rose bianche per la bambina dispersa in mare nel naufragio dello scorso 6 novembre è stata gettata fra le onde dalla mamma, Merline. È stata la stessa Merline a voler ricordare la figlia di tre anni in una cerimonia presso il molo della frazione di Sampieri, a Scicli (RG), chiedendo alla locale chiesa metodista di raccogliersi in un luogo accanto al mare per pregare e ascoltare la Parola di Dio. E’ stata data lettura, in francese e in italiano, del Salmo 38 “Il peccatore pentito implora misericordia”, scelto per l’occasione dalla stessa donna di origine camerunense.

Alla celebrazione, presieduta dal pastore Francesco Sciotto, hanno partecipato oltre a numerosi membri della comunità metodista scillitana, anche diversi operatori della “Casa delle Culture” di Scicli, uno dei progetti di Mediterranean Hope – Programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Presenti anche Terres des Hommes e molti cittadini e cittadine.

Scampata al tragico naufragio occorso in acque internazionali lo scorso 6 novembre, Merline è attualmente ospite della “Casa delle Culture” insieme a Sandra, la mamma di Great, il bimbo nigeriano di 2 anni e mezzo il cui corpo è stato recuperato da Gennaro Giudetti, volontario della SeaWatchTre, che proprio la settimana scorsa si è recato presso la struttura per riabbracciarle.

Il momento di raccoglimento ieri pomeriggio in riva al mare si è concluso con il canto “We shall overcome”, dopo il quale Merline, affiancata dal pastore Sciotto, ha lanciato in acqua la corona dedicata alla figlioletta.

(Foto a cura di Piero Tasca)

 

Salmo 38

Il peccatore pentito implora misericordia
Salmo di Davide. Per far ricordare.


O SIGNORE, non rimproverarmi nella tua ira,
non punirmi nel tuo furore!
Poiché le tue frecce mi hanno trafitto
e la tua mano è scesa su di me.

Non c'è nulla d'intatto nel mio corpo a causa della tua ira;
non c'è requie per le mie ossa a causa del mio peccato.
Poiché le mie iniquità sorpassano il mio capo;
sono come un grave carico, troppo pesante per me.

Le mie piaghe sono fetide e purulente
per la mia follia.
Sono curvo e abbattuto,
triste vado in giro tutto il giorno.

I miei fianchi sono infiammati,
e non v'è nulla d'intatto nel mio corpo.
Sono sfinito e depresso;
ruggisco per il fremito del mio cuore.

Signore, ti sta davanti ogni mio desiderio,
i miei gemiti non ti sono nascosti.
Il mio cuore palpita, la mia forza mi lascia;
anche la luce dei miei occhi m'è venuta meno.

Amici e compagni stanno lontani dalla mia piaga,
i miei stessi parenti si fermano a distanza.
Tende lacci chi desidera la mia morte,
dice cose cattive chi mi augura del male,
e medita inganni tutto il giorno.

Ma io mi comporto come un sordo che non ode,
come un muto che non apre bocca.
Sono come un uomo che non ascolta,
nella cui bocca non ci sono parole per replicare.

In te spero, o SIGNORE;
tu risponderai, o SIGNORE, Dio mio!
Io ho detto: «Non si rallegrino di me;
e quando il mio piede vacilla, non s'innalzino superbi contro di me».

Perché io sto per cadere,
il mio dolore è sempre davanti a me.
Io confesso il mio peccato,
sono angosciato per la mia colpa.

Ma quelli che senza motivo mi sono nemici sono forti,
quelli che m'odiano a torto si sono moltiplicati.
Anche quelli che mi rendono male per bene
sono miei avversari, perché seguo il bene.

O SIGNORE, non abbandonarmi;
Dio mio, non allontanarti da me;
affrèttati in mio aiuto,
O SIGNORE, mia salvezza!