Pastore e diacone dicono sì alla “gestazione per altri” nelle relazioni di gratuità

Battiste, metodiste e valdesi riunite nel consueto convegno annuale, aprono a modelli famigliari estesi, basati sulla gratuità e su un’idea collaborativa di maternità e paternità, ribadendo il loro no allo sfruttamento del corpo delle donne e al commercio dei neonati

"Memorie" (2016), installazione di Daniela Capaccioli, rete metallica - foto Elena Ribet

Roma (NEV), 11 gennaio 2018 – “L’autodeterminazione e la libertà delle donne sono principi irrinunciabili e preziosi. Quando la ‘Gestazione Per Altri’ (GPA) è compiuta nell’ambito di relazioni di gratuità essa può essere benvenuta e aiutare anche a costruire modelli famigliari aperti in cui le figure genitoriali siano più di due”. Con queste parole le pastore e le diacone delle chiese battiste, metodiste e valdesi (BMV) si sono espresse a chiusura del consueto convegno annuale tenutosi a Roma dall’8 al 10 gennaio su uno dei temi affrontati nel corso delle tre giornate, quello della GPA.

Le ministre battiste, metodiste e valdesi condannano inoltre “ogni sfruttamento del corpo delle donne e del commercio dei neonati nei paesi del Sud globale”, premessa necessaria per aprire a modelli famigliari estesi, basati sulla gratuità e su un’idea collaborativa di maternità e paternità.

La GPA è un argomento spinoso che ha sollecitato ampie discussioni e riflessioni anche all’interno dei movimenti delle donne in Italia. Le pastore e le diacone evangeliche portano un contributo inedito e peculiare al dibattito, senza tralasciare alcuno dei nodi della questione: identità femminile, mistica della maternità, mistica della paternità, ambivalenza del concetto di libertà e di autodeterminazione, adozione e relazioni d’amore, utero in affitto e autodeterminazione, omogenitorialità, ingiustizia sociale e disparità che incidono fortemente in ambito bioetico.