Roma (NEV), 18 gennaio 2018 – “L’Europa, oggi, ha bisogno di speranza! È il grido, quasi sotteso, che traspare dal volto di molti cittadini dei nostri Paesi. È il senso di vuoto a cui giunge una vita senza Dio. Il benessere economico da solo non è capace di soddisfare il cuore umano. Un progetto europeo ridotto unicamente all’accumulo di ricchezze, incapace di solidarietà e sussidiarietà, crea paradossalmente delle nuove povertà. Chi è aperto al Vangelo scopre l’altro, il sofferente, l’anziano, il disoccupato e si sente solidale con lui generando speranza”. Esordisce così il messaggio congiunto dei presidenti della Conferenza delle chiese europee (KEK) e del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE), rispettivamente Christopher Hill e card. Angelo Bagnasco, messaggio diffuso in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che prende il via oggi (18-25 gennaio). “Noi cristiani – aggiungono – vogliamo testimoniare a tutti la nostra speranza radicata in una vita con Cristo. Abbiamo la certezza che in Cristo è possibile vivere con serenità nell’oggi della storia per costruire un futuro migliore con lo sguardo aperto all’eternità”.
Riferendosi al tema della Settimana, tratto da un versetto dell’Esodo, “Potente è la tua mano, Signore” ad indicare il trionfo sull’oppressione e la schiavitù, i due presidenti di KEK e CCEE sottolineano: “Non sono poche oggi le minacce o le nuove forme di schiavitù che ledono profondamente la dignità della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio. Pensiamo all’esodo massiccio di persone costrette dalle guerre e dalla povertà a lasciare le proprie famiglie e le proprie case”. Perciò, “un futuro migliore è possibile soltanto se seguiamo Dio e i nostri cuori, se pratichiamo la giustizia sia come individui sia come comunità”.
“Le chiese cristiane in Europa vogliono testimoniare l’amore di Cristo per ogni persona, creata a immagine e somiglianza di Dio. L’anelito all’unità visibile delle nostre Chiese trova oggi la sua espressione nella carità di tante comunità cristiane”, evidenziano Hill e Bagnasco, per i quali “l’unità si fortifica attraverso la solidarietà con i nostri fratelli cristiani che vivono in condizioni di indigenza, di solitudine e di emarginazione; a solidarietà con i nostri fratelli cristiani perseguitati per la loro fede, in particolare in Medio Oriente, in Africa e in Asia; la solidarietà con i nostri vicini che giungono alle porte dell’Europa; la sollecitudine per un’Europa che si prenda cura dei bisogni spirituali e materiali dei suoi cittadini”.
In conclusione il messaggio pone l’accento sull’“urgenza di queste sfide”, urgenza che “conferma l’importanza dell’unità dei cristiani a perseverare nella speranza e nella testimonianza del Vangelo. Ciò richiede che ci sosteniamo l’un l’altro attraverso la comprensione reciproca al fine di mantenere l’unità dello Spirito attraverso il vincolo della pace”.