#MeToo. Abusi sessuali anche nelle chiese

Dalla Germania alla Nuova Zelanda, riflessioni sugli abusi sessuali e le implicazioni religiose, teologiche e sociali. Negli ambienti ecclesiastici il tema rappresenta ancora un tabù

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Roma (NEV), 28 febbraio 2018 – “Il movimento #Metoo ha cambiato il mondo. Quello che era iniziato come un fenomeno nell’industria cinematografica di Hollywood ha portato a una discussione globale sugli abusi sessuali verbali e fisici contro le donne di tutto il mondo. Abbiamo assistito alle dimissioni di uomini potenti nello spettacolo, nella politica, nelle imprese. E nella chiesa?”. Così si legge in un’inchiesta pubblicata dal mensile “Zeitzeichen” e ripresa dal settimanale “Riforma” nell’articolo: “La Chiesa evangelica in Germania (EKD) si interroga sulle violenze al proprio interno”. Eske Wollrad, presidente della Federazione tedesca delle donne protestanti, ha evidenziato il grande silenzio che il tema incontra negli ambienti ecclesiastici, perché rappresenta ancora un vero e proprio tabù, in un luogo che dovrebbe garantire asilo e sicurezza.

Nel frattempo, si sta diffondendo su twitter un nuovo hashtag, #ChurchToo, con testimonianze di aggressioni e abusi sulle donne in ambito religioso, che coinvolgono diverse denominazioni e confessioni in tutti i continenti. Tra le riflessioni, uno spunto interessante viene dalla Nuova Zelanda, dove il 9 e 10 marzo è attesa una conferenza internazionale dal titolo “Quando ti abbiamo visto nudo?” a partire da una interpretazione della crocifissione di Gesù Cristo come un esempio di abuso sessuale da parte dell’autorità politica.

Leggere Gesù spogliato delle vesti, degradato e crocefisso, pone al centro della preoccupazione teologica la violenza sessuale contro le donne. “Se Gesù venisse nominato come vittima di abusi sessuali, potrebbe fare un’enorme differenza sul modo in cui le chiese si impegnano in movimenti come #MeToo e su come esse promuovono il cambiamento nella società in generale” suggerisce un articolo sul quotidiano neozelandese Otago Daily Times. Alla conferenza, organizzata dal Centro di teologia e questioni pubbliche dell’Università di Otago, parteciperanno fra l’altro le pastore anglicane Beverley Haddad (Sud Africa) e Eleanor Sanderson (Nuova Zelanda). Il dibattito è aperto.