Rwanda. Chiese chiuse e pastori arrestati

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Roma (NEV), 8 marzo 2018 – Lunedì scorso la polizia ruandese ha arrestato sei pastori con l’accusa di riunione non autorizzata e con quella di indurre altri leader religiosi a trasgredire l’ordinanza che qualche giorno fa ha portato alla chiusura di oltre 700 luoghi di culto nella capitale del Paese, Kigali.

La chiusura, eseguita dalla struttura governativa “Rwanda Governance Board” su mandato del presidente del Rwanda Paul Kagame, ha come motivazione l’inadeguatezza igienica degli edifici e il disturbo della quiete pubblica dovuta all’utilizzo di impianti di amplificazione.

C’è chi, come David Himbara, professore ruandese ora residente in Canada, sostiene in un articolo che dietro alla decisione ci sia ben altro e rivolgendosi direttamente a Kagame afferma: “La vera ragione per cui hai chiuso più di 700 chiese ruandesi non è la mancanza di igiene, ma la tua paura della libertà”.

Nella maggior parte dei casi, a essere colpite dall’ordinanza sono state piccole chiese pentecostali che, negli ultimi anni, si sono moltiplicate facendo molta presa sulla popolazione. Numerosi luoghi di culto hanno nel frattempo riaperto a seguito delle ispezioni.

Il vescovo luterano Evariste Bugabo ha dichiarato che l’ordine di chiusura non ha come obiettivo alcuna denominazione precisa, come fa sapere Religion News Service.