I valdesi di Torino: per una legge sulla libertà religiosa

A Torino il 29 marzo la chiesa valdese rende omaggio al predicatore Goffredo Varaglia, ucciso nel ‘500 dall’Inquisizione. Un’occasione per chiedere al neo-insediato Parlamento di agire sul fronte della libertà religiosa e di coscienza. Il pastore valdese Paolo Ribet: “Sono vent’anni che aspettiamo l’abrogazione delle leggi fasciste sui culti ammessi”

Roma (NEV), 24 marzo 2018 – Il 29 marzo 1558 il predicatore valdese Goffredo Varaglia veniva arso sul rogo in piazza Castello a Torino in seguito al processo intentato contro di lui dall’Inquisizione per la sua attività di predicazione della Bibbia e dei principi della Riforma protestante nelle Valli valdesi (Piemonte occidentale).

A 460 anni di distanza, giovedì 29 marzo alle ore 18.30 in quella stessa piazza del capoluogo piemontese (all’imbocco di via Garibaldi), la chiesa valdese di Torino organizza una commemorazione ed un momento di preghiera nei pressi della lapide a lui dedicata. Gli organizzatori invitano a partecipare tutti e tutte coloro che hanno a cuore le libertà individuali e di pensiero.

“Questo evento non vuole essere soltanto la commemorazione di un martire del passato, ma vuole affermare in modo forte la necessità di una legge sulla libertà di coscienza e di culto che ad oggi manca nel nostro Paese – afferma il pastore Paolo Ribet –. Da vent’anni giace in Parlamento una proposta tesa a disciplinare la materia abrogando le leggi fasciste del 1929/30. E’ tempo di colmare questo vuoto che permane come una ferita aperta nella coscienza di tanti cittadini”.

In questi stessi giorni, il Comitato Interfedi del Comune di Torino ha fatto proprio l’appello lanciato dalla Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS) ai candidati alle recenti elezioni politiche, in cui si auspica che il Parlamento ora costituito possa affrontare in prospettiva unitaria e politicamente trasversale il tema della libertà religiosa e di coscienza, “considerata un libertà primaria e irrinunciabile di ogni democrazia”.