Gioco d’azzardo: “Jackpot” per la Chiesa d’Inghilterra

Roma (NEV/Riforma.it), 18 maggio 2018 – Il governo britannico ha annunciato che limiterà la quota massima di puntate a 2 sterline, per un particolare tipo di terminale di gioco elettronico. L’annuncio segue una proposta lanciata attraverso una Campagna della Chiesa d’Inghilterra promossa insieme ad altri enti. Sino a oggi, infatti, era possibile puntare una quota massima di 100 sterline nei terminali di scommesse fisse (i cosiddetti FOBTS), molto utilizzati dagli scommettitori britannici.

Gli attivisti “anti-azzardo” da tempo denunciano e mettono in guardia sui rischi che questi dispositivi possono causare: “molti utenti diventano dipendenti dal brivido di queste macchinette e perdono migliaia di sterline”. Le macchinette in questione consentivano, sino a ieri, di giocare una puntata massima di 100 sterline ogni 20 secondi. Una cifra spropositata.

A seguito di molte segnalazioni e allarmi, la Commissione britannica sul gioco d’azzardo aveva invitato i gestori ai ridurre il massimale della puntata da 100 a 30 sterline.

Ieri mattina, a sorpresa, la Commissione si è spinta ben oltre ciò che anche la Chiesa d’Inghilterra aveva chiesto: il governo ha annunciato che per quel tipo di macchinette la quota massima non potrà superare le 2.

Nel febbraio dello scorso anno il Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra aveva approvato un atto nel quale si riconosceva l’impatto “distruttivo del gioco d’azzardo”, soprattutto quando questo è reso “accessibile”, perché causa “danni insostenibili anche per le famiglie dei giocatori e per le intere comunità di fede”.

Il vescovo di Saint Albans, Alan Smith, che ha guidato la campagna, ha dichiarato: “I terminali di scommesse a quota fissa sono una piaga e hanno tratto profitto dalle persone più vulnerabili per troppo tempo, Era ora che il governo ponesse un limite alle puntate. Sono contento che abbia accolto la nostra proposta e imposto la quota di 2 sterline. Certo, c’è ancora molto lavoro da fare… ma il governo ha preso la decisione giusta”.

Una decisione non facile e scontata: il governo britannico infatti perderà nei prossimi tre anni 1,1 miliardi di sterline di introiti.