Buon compleanno Mr. Wesley!

Festeggiato a Roma il 315esimo anniversario della nascita del fondatore del movimento metodista, per iniziativa della chiesa metodista di Ponte Sant’Angelo e dall’Ufficio ecumenico metodista

Roma (NEV), 21 giugno 2018 – Gli anniversari sono importanti: per riflettere sul passato e costruire il futuro, per non perdere la memoria, per unire le persone che condividono le stesse preoccupazioni e le stesse speranze.

Tutte e tre queste motivazioni hanno caratterizzato l’incontro per commemorare il 315 anniversario della nascita di John Wesley (1703-1791), fondatore del movimento metodista, tenutosi lunedì 18 giugno sulla terrazza della chiesa metodista di Ponte Sant’Angelo a Roma.

Il pastore Tim Macquiban

L’evento, organizzato da Tim Macquiban, pastore della chiesa di Ponte Sant’Angelo e direttore dell’Ufficio ecumenico metodista di Roma (MEOR), ha visto la presenza di numerosi membri di Churches Toghether in Rome, l’organismo che raggruppa le chiese di lingua inglese, tanto protestanti quanto cattoliche, della capitale, insieme ad altri partner ecumenici del MEOR, tra cui il direttore del Centro anglicano di Roma, l’arcivescovo Bernard Ntahouri.

“Questa ricorrenza, che festeggiamo ormai da alcuni anni, è un’occasione per onorare gli amici e i partner ecumenici del MEOR”, ha spiegato Macquiban che ha poi riflettuto insieme agli ospiti sui tanti anniversari celebrati a Roma insieme in questi ultimi anni: dai 60 anni della costituzione della chiesa metodista di Ponte Sant’Angelo ai 50 anni del Concilio Vaticano II, ai 200 anni di presenza nella capitale delle comunità anglicana e luterana.

Un momento dell’incontro sulla terrazza della chiesa di Ponte Sant’Angelo

Macquiban ha poi ricordato un prossimo anniversario “che ci porterà a riflettere sull’importanza della pace e della riconciliazione”: l’armistizio dell’11 novembre 1918 che pose fine alla Prima guerra mondiale. E di pace si parlerà anche nel prossimo incontro del Consiglio metodista mondiale (WMC) che si terrà il prossimo luglio in Corea del Sud.

“Guardando indietro e ricordando il passato, vogliamo essere pronti per la chiamata del Signore nel nostro presente e nel futuro per condividere il Suo amore e lavorare insieme per la pace e la giustizia nel mondo”, ha concluso il pastore Macquiban.