Assemblea battista. Chiamati a testimoniare lo spirito della vita

Si è chiusa a Montesilvano la quattro giorni dell’Assemblea dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI). Abbiamo intervistato Giovanni Arcidiacono riconfermato presidente dell’Unione

Foto di pietro Rome/Riforma

Roma (NEV), 5 ottobre 2018 – Si è chiusa il 4 novembre a Montesilvano (PE) la XLV Assemblea dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI). Tante le risoluzioni prese e le sfide che i battisti affronteranno nei prossimi mesi. Ne abbiamo parlato con Giovanni Arcidiacono, riconfermato dall’Assemblea presidente dell’Unione.

Per prima cosa le chiediamo un bilancio dell’Assemblea appena conclusa. Cosa emerge dal mondo battista dopo questi giorni di incontro e dibattito?

Sicuramente lo spirito dell’Assemblea, con il motto tratto dalla Seconda lettera di Paolo ai Corinzi “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza” (2 Corinzi 12:9), ha fortemente illuminato le soluzioni e i temi che abbiamo affrontato: i diritti civili e la non violenza, l’attuale clima politico che monta nel paese nel quale spira un’aria di razzismo. E l’Assemblea è stata coerente nel deliberare la costituzione di un centro nazionale per la non violenza e i diritti civili sotto il nome di Martin Luther King, alla cui teologia verrà dato particolare rilievo.

Vi siete soffermati anche sul tema della formazione, specificatamente rispetto ai vostri pastori e alle vostre pastore, ma anche con un’attenzione più ampia e allargata alla nostra società.

La formazione è al centro della preoccupazione dell’Unione battista, è lì che si spende la vita della comunità. Se abbiamo pastori formati, attraverso la Facoltà di Teologia valdese così come attraverso altre agenzie formative anche a livello europeo, questo ricade positivamente nella vita delle nostre chiese, della diaconia e dei ministeri locali. L’Unione battista si è sempre preoccupata di formazione diaconale, da questo è nato il ministero musicale. Stiamo cercando, attraverso altri centri di formazione, la possibilità di concentrare gli sforzi mettendo insieme le tante vocazioni che nelle chiese vengono suscitate dallo Spirito per procedere a una crescita spirituale della chiesa, nella testimonianza e nella sequela.

L’istituto del Ministero itinerante, al quale avete dato avvio in questa Assemblea, rappresenta uno sforzo di dare dignità a tutti i doni che sono presenti nelle chiese.

Si è trattato di una novità assoluta. Noi siamo aperti a riconoscere i doni che lo Spirito suscita all’interno delle chiese. Abbiamo riconosciuto il Ministero musicale, e oggi siamo chiamati a riconoscere questo nuovo Ministero itinerante. Bisognerà capire con il tempo come procederà, disciplinarlo in modo che sia coerente con il nostro regolamento. La sperimentazione di due anni proposta in Assemblea ci sembra congrua per arrivare al prossimo appuntamento dell’Unione con una sistemazione coerente di questa nuova figura. Il Ministero itinerante dovrebbe, a differenza degli altri, agire come una istanza a livello nazionale che raccoglie esigenze di spiritualità che non attraversano le chiese ma sono all’esterno di esse, una domanda di spiritualità ma anche di conoscenza della presenza storica battista in Italia.

Che chiesa esce da questa assemblea? Quali sono le sfide che aspettano il presidente, il Comitato esecutivo e le chiese battiste nei prossimi anni?

Certamente c’è tutto quello di cui abbiamo parlato fino ad ora e sul quale lavoreremo.  A noi sembra che questo paese sia animato da una spirito che io definirei di morte, mentre noi, come chiesa, siamo chiamati a testimoniare lo spirito della vita. Le nostre chiese su questo possono dire molto non solo nella comprensione di se stesse ma soprattutto nel coordinamento dei loro sforzi per il benessere del paese.