Consiglio ecumenico: no a violenza sessuale e di genere

Due importanti documenti tracciano le strategie per costruire giustizia e per fermare stupri, abusi e matrimoni forzati

Un momento della manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne, 25 novembre 2017, Roma

Roma (NEV), 3 dicembre 2018 –  In due recenti incontri organizzati dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) sono state delineate le tappe che riguardano il superamento della violenza contro le donne, in tutte le sue forme. Il primo, tenutosi a Kingston in Giamaica all’inizio di ottobre, è la consultazione globale per la commemorazione della conclusione del Decennio ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne. Dall’Italia, era presente la pastora valdese Letizia Tomassone. Il secondo, è il comitato esecutivo del CEC conclusosi a Uppsala, in Svezia, lo scorso 8 novembre.

Da questi appuntamenti giungono due importanti documenti che tracciano le strategie per costruire giustizia e per fermare stupri, abusi e matrimoni forzati: il report della consultazione, con otto strategie contro la violenza, e la “Dichiarazione adottata sulla  violenza sessuale e di genere e sul Premio Nobel per la Pace 2018 (assegnato a Denis Mukwege e a Nadia Murad, ndr)” adottata dal CEC in occasione, appunto, del comitato esecutivo.

Nelle strategie emerse dalla consultazione, oltre alla creazione di “politiche concrete e misurabili che sostengano l’equità di genere nelle strutture del CEC e delle chiese membro, in riferimento a stipendi, posizioni di leadership, e a codici di condotta su molestie e aggressioni sessuali”, si parla anche di responsabilizzazione nel contrasto alla violenza, di sostegno a donne, ragazze e persone vulnerabili, alla creazione e sviluppo di “reti capaci di agire subito per fermare assalti, abusi, incarcerazioni, uccisioni di donne, ragazze e altre persone vulnerabili”. Fra le proposte concrete, anche quella di coinvolgere organizzazioni maschili affinché diventino “spazi per la resistenza al patriarcato e per l’affermazione di mascolinità non tossiche e nonviolente”.

Nella dichiarazione approvata dal comitato esecutivo del CEC, che riprende gran parte delle strategie proposte a Kingston, si esortano le chiese membro e i partner ecumenici a condannare la violenza sessuale e di genere e ogni forma di violenza contro donne, bambine, bambini e persone vulnerabili e a dare loro sostegno, nonché a contrastare i comportamenti che predispongono alla violenza. Il comitato esecutivo fa inoltre appello alle chiese membro e ai partner ecumenici per “sviluppare un’urgente azione di rete per fermare gli assalti, gli abusi e l’uccisione di donne, bambine (inclusi i feti femminili) e altre persone vulnerabili nei loro contesti, e per identificare chiaramente e denunciare i matrimoni infantili come atti di stupro e abuso di bambine”.

Scarica il PDF integrale della dichiarazione adottata dal CEC sulle violenze sessuali e di genere