Egeo, chiese europee chiedono intervento per i rifugiati

In una dichiarazione congiunta con Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani, si chiede lo stop alle politiche di contenimento dei richiedenti asilo nelle isole greche e ai governi europei di intervenire prima dell’inverno

Immagine di Giorgos Moutafis tratta dal sito di Amnesty International

Roma (NEV), 10 dicembre 2018 – C’è anche la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME) tra i sostenitori della dichiarazione congiunta diramata il 6 dicembre scorso da Amnesty International.

“Il governo greco e i suoi partner dell’Unione Europea dovrebbero garantire con urgenza che tutti i richiedenti asilo nelle isole dell’Egeo siano trasferiti in un alloggio adeguato nella Grecia continentale o che siano spostati in altri paesi dell’UE prima dell’imminente arrivo dell’inverno” si legge nel documento.

Sono ancora più di 12.500 le persone che vivono nelle tende e nei container in condizioni estreme e non adatte all’inverno. I cinque hotspot di Lesbo, Samo, Chios, Kos e Leros, finanziati dall’UE contengono quasi il triplo di persone rispetto alla loro capacità. “Oltre al grave sovraffollamento, i richiedenti asilo continuano a dover affrontare condizioni antigieniche e violenze fisiche, compresa la violenza di genere. La mancanza di misure di protezione di base lascia le donne e le ragazze, così come le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT+), particolarmente vulnerabili alle molestie sessuali e alle aggressioni, e molti di loro hanno paura quando utilizzano le infrastrutture del sito, compresi i bagni e le docce. Le cure mediche, la consulenza psicologica e sociale sono insufficienti, così come la consulenza legale e il supporto durante le diverse fasi della procedura di asilo. La salute mentale tra i richiedenti asilo si è deteriorata a causa delle difficili condizioni di vita difficili e del disagio emotivo” denunciano i firmatari, che parlano di “crisi umanitaria” e di “mancanza di un meccanismo di condivisione delle responsabilità a livello europeo”, anche se vedono positivamente il recente accordo con il Portogallo per trasferire 100 richiedenti asilo e potenzialmente fino a 1.000 fino al 2019: “un passo positivo che altri paesi dell’UE dovrebbero seguire.” Garantire protezione e ricongiungimenti in UE è l’appello alle autorità greche ed europee, che “dovrebbero dare prova di una leadership genuina e umana nell’affrontare le terribili condizioni in cui versano le persone intrappolate nelle isole greche. Le donne, gli uomini e i bambini in cerca di protezione in Europa dovrebbero essere trattati nel rispetto dei loro diritti e non essere costretti a trascorrere un altro inverno in campi squallidi e insicuri” conclude la dichiarazione.

Leggi qui il documento in inglese sul sito di Amnesty International

Leggi qui il documento in italiano sul sito Lungo la rotta balcanica