Global Compact. L’Italia che non c’è

Paolo Naso, coordinatore del programma Mediterranean Hope della Federazione evangelica, sulla posizione italiana rispetto al Global Compact e alle politiche migratorie

Roma (NEV), 11 dicembre 2018 – “Le Nazioni Unite approvano il Global Compact a Marrakech ma l’Italia non c’è, e rimanda la decisione sull’adesione a un voto parlamentare. Nello stesso giorno riceve una durissima critica da parte di Amnesty International che condanna le politiche migratorie del governo, e in particolare il decreto sicurezza, con parole molto chiare e nette”, con queste parole Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope (MH), programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha commentato il voto sul documento ONU, che prevede la condivisione di alcune linee guida generali sulle politiche migratorie, votato ieri da 164 paesi e al quale l’Italia non ha partecipato.

“Il dato grave è che in questo modo, nel contesto internazionale, l’Italia si trova in posizioni diverse da quelle dei suoi tradizionali alleati europei e ha come partner i paesi del Gruppo di Visegrád e paesi da sempre euroscettici. Una situazione grave e paradossale che sarà difficile reggere a lungo” ha continuato il coordinatore di MH.

“Anche per questo ci uniamo all’appello di quanti nell’ambito della società civile, delle associazioni di volontariato, delle chiese e delle comunità religiose chiedono una drastica revisione del decreto sicurezza – ha concluso Naso -. La norma approvata non garantisce sicurezza, semmai nuova insicurezza, tanto per i migranti che per gli italiani. E ci isola internazionalmente. Non è mai troppo tardi per fermarsi, ragionare, fare un passo indietro; è sempre possibile migliorare il testo e l’urgenza è ormai evidente a tutti”.