A Deborah D’Auria una menzione di Amnesty International-Italia

L’insegnante ed evangelica battista ha ricevuto una targa per la capacità di trasmettere ai giovani la passione per la difesa dei diritti umani

Roma (NEV/Riforma.it), 12 dicembre 2018 – Il gruppo “Litorale Romano” di Amnesty International-Italia, che abbraccia tutta la zona a sud di Roma, tra cui le periferie difficili come Ostia e Pomezia, nell’ambito della manifestazione cittadina per celebrare il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ha consegnato una targa di riconoscimento a Deborah D’Auria, insegnante di lettere presso l’Istituto comprensivo “Orazio” di Pomezia, ed evangelica battista. La motivazione è “l’impegno e la capacità di trasmettere ai giovani la sua passione per la difesa dei diritti umani”.

“L’educazione alla pace, ai diritti e alla legalità sono al primo posto dell’azione formativa svolta dal nostro istituto – ha detto D’Auria –. Da quest’anno la nostra scuola è ufficialmente una scuola ‘Amica dei diritti’: molte sono le classi dalla scuola Primaria alla secondaria di I grado che seguono i percorsi di educazione ai diritti proposti da Amnesty International. In maggio parteciperemo con una delegazione di alunni e alunne, come è avvenuto per il meeting e la marcia Perugia-Assisi, all’esperienza della ‘Nave della legalità’, proposta dall’Associazione Libera”.

“La pace e i diritti umani s’insegnano e si imparano – ha proseguito Deborah D’Auria –, e per questo la scuola ha una responsabilità speciale. Del resto, se la scuola non educa ai diritti, a cosa educa? Aggiungo che la scuola è un grande laboratorio di relazioni, una grande palestra di vita; uno dei pochi luoghi pubblici che funzionano come comunità. Per educare alla pace e ai diritti, la scuola deve cercare di essere una comunità di pace e di diritti, un posto in cui si cresce e ci si allena a vivere in pace, e in cui si studia e si fa esperienza di difesa e affermazione dei diritti, propri e quelli altrui. Noi insegnanti, insieme alle famiglie e alle istituzioni, siamo chiamati a riconoscere, assumere e attuare le nostre responsabilità educative”.