“Stiamo diventando barbari?”

A seguito degli ultimi sviluppi nel Mediterraneo e del fatto che dall’inizio del 2019 sono già più di 250 persone che hanno trovato la morte in mare il Decano della Chiesa Evangelica-Luterana in Italia CELI), Heiner Bludau, e la responsabile della Diaconia luterana, Daniela Barbuscia, esprimono la loro preoccupazione

Foto di Nadia Angelucci

Roma (NEV), 21 gennaio 2009 – “Il mese di gennaio del 2019 non è ancora finito e sono già 253 le persone che hanno perso la vita nel disperato tentativo di cercare una vita lontano da guerre e miseria – ha affermato Heiner Bludau -. La notizia mi lascia senza parole. Solo le 117 persone del gommone davanti alle coste libiche, sono tante quante fanno parte della comunità, della quale sono responsabile come parroco a Torino – ha proseguito -. Affogate in mare in pieno inverno. Non riesco nemmeno a immaginare il terrore di coloro che, dopo il naufragio, si sono trovati nelle acque gelide, al buio. Il destino del Titanic ci commuove ancora oggi mentre i 117 migranti annegati venerdì scorso davanti alla Libia e le 53 persone morte tra la Spagna e il Marocco non sono neanche menzionati in tutti i media. Non sono che un’ulteriore nota statistica da aggiungere ai circa 15.000 migranti che dal 2015 sono morti nel Mediterraneo”.

La Chiesa Evangelica-Luterana in Italia (CELI) – da sola e insieme alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), e grazie a fondi di sostegno provenienti dalla Germania – gestisce diversi progetti per aiutare i rifugiati.

“Se fossero morte 117 persone di origine europea – ha continuato il Decano –  assisteremmo a una valanga di servizi su televisioni e giornali, reazioni e riflessioni su come prevenire una simile catastrofe in futuro. Che differenza c’è tra noi e la gente sul gommone alle porte dell’Europa? C’è qualche merito che potremmo invocare per giustificare il fatto di vivere in case calde mentre altri devono fuggire da situazioni di vita insopportabili? Possiamo ancora affermare di essere persone civili se guardiamo dall’altra parte? Stiamo per diventare barbari? Il venerdì della catastrofe era il primo giorno in cui i cristiani di tutte le confessioni si incontravano per la preghiera comune nell’ambito della Settimana Ecumenica di preghiera, che si ripete ogni anno, con il tema “La ricerca della giustizia”. Le 253 persone annegate nel Mediterraneo irrompono in questa ricerca e pongono – almeno a noi cristiani – domande con le quali dobbiamo confrontarci!”.

Anche la responsabile della Diaconia della CELI, avvocato Daniela Barbuscia si dichiara profondamente addolorata da questa nuova, immane tragedia in un mare ormai privo di soccorsi. Un dramma che poteva essere evitato se le navi delle Ong non fossero state bloccate da una politica priva di compassione. Barbuscia invoca “concretezza, serietà, organizzazione, velocità e, soprattutto, compassione per tentare di mettere concretamente fine a tanta disumanità!”