Rabbini per i diritti umani in marcia ad Hebron

Rabbini per i diritti umani hanno attraversato l’area di Hebron, dopo che il  Consiglio ecumenico delle Chiese ha dovuto sospendere temporaneamente il suo Programma ecumenico di accompagnamento in Palestina e Israele per le intimidazioni ricevute dai coloni e dall'esercito

Roma (NEV), 8 febbraio 2019 – I Rabbini per i diritti umani (RHR) hanno organizzato una marcia di solidarietà attraverso l’area di Hebron, dove le crescenti tensioni hanno costretto il Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) a sospendere temporaneamente il suo Programma ecumenico di accompagnamento in Palestina e Israele (EAPPI) che ha l’obiettivo di accompagnare le comunità locali, fornire una presenza internazionale protettiva, testimoniare eventi e circostanze, e promuovere una pace giusta per tutti i popoli della regione.

Nove rabbini e tre accompagnatori ecumenici si sono riuniti nella grotta dei Patriarchi per intraprendere un corteo pacifico di solidarietà che ha percorso la maggior parte dell’area H2, la zona di Hebron a controllo militare israeliano.

Il rabbino Raanan Mallek, da lungo tempo difensore dei diritti umani, che ha partecipato al cammino, si è detto soddisfatto del risultato: “Sentiamo un forte bisogno di dare una risposta rabbinica alle violazioni dei diritti umani. Questa prima visita organizzata a Hebron ha rappresentato un momento di riflessione per comprendere la situazione e un primo passo significativo nei nostri sforzi per trasformare il conflitto in pace. Abbiamo ricevuto una benedizione dai residenti che abbiamo incontrato e abbiamo parlato con molti di loro lungo la strada”, ha detto.

Il cammino di solidarietà è stato organizzato in seguito ai resoconti della scorsa settimana sulle intimidazioni nei confronti degli accompagnatori ecumenici da parte dei coloni ebrei e delle forze militari israeliane a Hebron. I Rabbini per i diritti umani hanno poi rilasciato una dichiarazione che condanna gli abusi di qualsiasi tipo a Hebron o altrove, e che esprime solidarietà a tutti coloro che vivono nella paura e nell’insicurezza.

Il ritiro degli accompagnatori ecumenici del CEC la settimana scorsa ha coinciso con la decisione del governo israeliano di non rinnovare il mandato della presenza internazionale temporanea a Hebron, in vigore dal 1997.

Il CEC ha accolto con favore l’iniziativa dei Rabbini per i diritti umani, sperando che aiuti a rasserenare la situazione in modo da poter riprendere l’importante missione del programma di accompagnamento ecumenico EAPPI: “La solidarietà con i più vulnerabili, l’unità contro la violenza e l’oppressione, e le speranze di riconciliazione sono elementi cruciali nei nostri sforzi per la costruzione della pace”, ha detto il segretario generale del CEC, Olav Fykse Tveit, aggiungendo che la solidarietà e la volontà di ascoltare tutte le parti in causa da parte dei Rabbini per i diritti umani costituisce un esempio per tutte le persone di fede.