Tveit: “Prima le persone, poi gli interessi del capitale”

Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ospite dell’Organizzazione internazionale del lavoro nell’ambito delle celebrazioni del centenario dalla fondazione

Foto CEC

Roma (NEV), 26 febbraio 2019 – Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), pastore Olav Fykse Tveit, ha partecipato ieri a Ginevra a un meeting dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne. L’OIL festeggia quest’anno il centenario dalla fondazione con un fitto programma lungo tutto il 2019, con eventi e iniziative, alcune delle quali coinvolgono direttamente rappresentanti di chiese, comunità religiose e organizzazioni di fede, come l’incontro inaugurale dello scorso novembre a Bruxelles “Il futuro del lavoro”.

Il 25 febbraio 2019 all’OIL, Tveit è intervenuto con una relazione sulle sfide future del lavoro da una prospettiva ecumenica. “Le chiese aderenti al CEC condividono la convinzione che la dignità umana venga prima di tutto”, ha detto Tveit. “Il lavoro è un’espressione fondamentale dell’essere umano e rappresenta il modo in cui le persone possono contribuire al bene comune della società e a sostenere la vita sul nostro pianeta – ha proseguito –. Prima viene la persona umana. Dopo vengono gli interessi del capitale e le esigenze della produzione e del commercio”.

Nella parte centrale del suo discorso, Tveit ha elaborato una serie di domande a partire dall’osservazione che economia, scienza e tecnologia dovrebbero essere al servizio del bene comune e di un futuro sostenibile. “In che modo gli sviluppi tecnologici e le dinamiche geopolitiche influenzeranno le relazioni economiche e la crescita, a servizio della giustizia e della pace, in particolare per coloro che oggi sono meno privilegiati e più vulnerabili? Qual è la nostra visione per la famiglia umana e per il pianeta? Quali sono i valori che amiamo e che orientano le nostre scelte? Come vorremmo vivere tra vent’anni, come comunità umane, in questo mondo segnato da livelli scandalosi di disuguaglianza e di minacce alla vita come la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico? Saremo in grado di assicurare la cooperazione multilaterale a tutti i livelli – locale, nazionale, regionale e internazionale -, cosa di cui abbiamo bisogno per rispondere efficacemente a queste sfide senza perderci nell’insensata concorrenza del ‘tutti contro tutti’?”.

Giustizia e pace sono gli obiettivi per i quali le chiese si prodigano, in collaborazione fra loro e con organismi internazionali come l’OIL, con il quale da anni il CEC collabora e mantiene rapporti di “buon vicinato” attraverso progetti comuni.

Il tema della giustizia è stato fra le parole chiave anche del direttore generale dell’OIL Guy Ryder, che ha dichiarato “La pace universale e duratura può essere stabilita solo se basata sulla giustizia sociale, e il lavoro è uno strumento cruciale per raggiungere questo obiettivo”.

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