Intese. Approvate ieri al Senato le Intese con gli ortodossi e gli apostolici

Massimo Aquilante: Auspicata una rapida approvazione anche delle altre quattro

Roma (NEV), 13 luglio 2011 – La Commissione Affari Costituzionali del Senato nella serata di ieri ha approvato in sede deliberante solo due dei sei disegni di legge sulle Intese: quelli con la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed esarcato per l’Europa meridionale, e con la Chiesa Apostolica in Italia, che ora passeranno alla Camera. Rimandato l’esame da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato delle altre quattro comunità di fede che da anni attendono l’approvazione dello strumento pattizio previsto dall’art. 8 della Costituzione. Sono: l’Unione buddista italiana; l’Unione induista italiana, la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (mormoni); la Congregazione cristiana dei testimoni di Geova.Segue la dichiarazione del pastore Massimo Aquilante, che in qualità di presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) presiede per statuto anche la Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS): “L’approvazione al Senato delle Intese con la Chiesa ortodossa e con la Chiesa apostolica è senz’altro un fatto importante sotto il profilo della libertà religiosa e del riconoscimento del pluralismo confessionale in Italia. Mi pare, inoltre, che il dato meriti una ulteriore sottolineatura, trattandosi di due chiese molto diverse tra loro sul piano della consistenza numerica: la prima è ormai la più ampia minoranza cristiana in Italia, la seconda invece è una chiesa evangelica piuttosto piccola. Per questi motivi rivolgo un sentito ringraziamento ai senatori Ceccanti e Malan che tanto si sono impegnati perché si superasse la situazione di stallo del ‘pacchetto delle sei intese’ che dura ormai da molto tempo.Ma proprio a questo riguardo non posso esimermi da una considerazione critica. Restano ancora in attesa di approvazione le Intese con i mormoni, i buddisti, gli induisti e i testimoni di Geova. E’ da augurarsi che non sia una scelta voluta il fatto che quelle approvate siano relative a due tradizioni cristiane. In questo caso, infatti, si creerebbe una disparità tra comunità di fede di fronte alla legge che andrebbe immediatamente sanata. La propaganda ideologica sulle cosiddette ‘radici cristiane’, o sulla ‘cultura cristiana’, o peggio ancora sulla ‘superiorità della tradizione cristiana’ continua a causare emarginazione e sofferenza, ed è quindi di ostacolo ad una autentica ‘cultura del patto’ contrapposta alle spinte corporativistiche, di cui l’Italia ha oggi un bisogno estremo, come è evidente in tutti i settori della vita pubblica. Ritengo, quindi, che sia preciso compito del legislatore rifiutare con decisione tali derive propagandistiche e responsabilizzarsi per la piena attuazione dell’articolo 8 della Costituzione. Ricordo che il riconoscimento di comunità di fede sempre più presenti e attive nella società è un tema centrale in una democrazia: una compiuta libertà religiosa è infatti un tratto essenziale di ogni moderno sistema democratico.Pertanto, a nome degli evangelici italiani riuniti nella FCEI e nella CCERS, auspico che tutte le forze politiche vogliano assumere la conclusione dell’iter di tutte le Intese come priorità qualificante, al di là degli schieramenti politici e dei personali orientamenti religiosi e culturali”.