Roma (NEV), 5 ottobre 2011 – “Ci impegniamo a riconoscere che ogni essere umano può scegliere, liberamente e secondo coscienza, la propria appartenenza religiosa ed ecclesiale… a nessuno può essere impedita una conversione che sia conseguenza di una libera scelta”. E’ questo il principio – sancito dalla Carta Ecumenica, documento fondamentale del cammino ecumenico europeo sottoscritto da cattolici, ortodossi e protestanti del continente – che il pastore Raffaele Volpe, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), ha voluto ricordare in una lettera aperta indirizzata a mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, riguardo al caso di Luca De Pero, l’ex parroco cattolico che ha recentemente aderito alla chiesa evangelica battista di Cesena.
La lettera di Volpe è stata determinata dalla necessità di replicare ad alcune dichiarazioni al vetriolo di mons. Negri che ha descritto la vicenda di De Pero come “un grave colpo alla nostra Chiesa” sferrato dal “padre delle tenebre e della menzogna”, descrivendo l’atteggiamento del sacerdote come “un attacco al dogma cattolico” e “una posizione eretica e scismatica”.
Di certo le motivazioni della conversione di De Pero, rese note dallo stesso sacerdote in un messaggio nel quale egli descrive la sua esperienza della chiesa cattolica come “un magnifico castello costruito su rituali, cerimonie, gerarchie, una magnifica costruzione umana ma con poco di divino dentro”, saranno comprensibilmente dispiaciute al vescovo, ma secondo Volpe, non giustificano il linguaggio e il tono offensivo verso la chiesa battista utilizzato dal presule. Piuttosto, il presidente dell’UCEBI ritiene pertinente il richiamo alla Carta Ecumenica che, in quanto sottoscritta dalla Conferenza delle chiese europee (KEK) a cui l’Unione battista italiana aderisce, e dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE) di cui la CEI fa parte, vincola moralmente entrambe le chiese.
Un messaggio di solidarietà a De Pero è giunto anche dall’Alleanza evangelica italiana (AEI) che “invita tutte le persone coinvolte a moderare i toni della diatribe e a rispettare la scelta di quest’uomo che, fino a prova contraria, non ha forzato la mano a nessuno, né approfittato della buona fede degli altri”.