Ecumenismo/1. Eletto il nuovo segretario generale della Conferenza delle chiese europee
Il pastore Guy Liagre è presidente della Chiesa protestante unita del Belgio
Roma (NEV), 1 febbraio 2012 – Il nuovo segretario della Conferenza delle chiese europee (KEK) dal primo giugno sarà il pastore Guy Liagre, attualmente presidente della Chiesa protestante unita del Belgio (CPUB). Eletto nel corso dello scorso Comitato centrale della KEK svoltosi a Ginevra (CH) il 24 e 25 gennaio, il pastore Liagre succede al teologo Viorel Ionita della Chiesa ortodossa romena, che ha ricoperto la carica ad interim.
“Per molti anni la KEK ha lavorato per assicurarsi che la voce cristiana non fosse negletta sulla scena europea. Lavorare in quanto segretario generale per un organismo ecumenico europeo in un momento in cui l’Europa e il mondo stanno rapidamente cambiando verso qualcosa di ancora difficilmente prevedibile, rappresenta per me un’importante sfida. La stessa KEK è nel bel mezzo di un processo di ristrutturazione e sono onorato di poter partecipare e stimolare questo rinnovamento”, ha dichiarato Liagre subito dopo la sua elezione.
Autore di numerosi volumi, il pastore Liangre, del 1957, è sposato, padre di quattro figli e nonno di tre nipotini. Dopo gli studi teologici alla Facoltà teologica protestante di Bruxelles è stato pastore a Menen (1984-90) e Bruxelles (1990-2005) prima di essere eletto a presidente della CPUB nel 2005. Attualmente presiede il Consiglio dei leader religiosi del Belgio, nonché l’organizzazione in cui collaborano le chiese belghe (anglicana, romana cattolica, protestanti ed ortodosse). E’ inoltre presidente del Consiglio delle chiese evangeliche (storiche e del risveglio) che intrattiene i rapporti con il Governo belga. A livello internazionale Liagre ha rappresentato la sua chiesa nel Consiglio metodista mondiale, nella Comunità mondiale delle chiese riformate (CMCR) e nella Comunione delle chiese protestanti in Europa (CCPE). E’ stato delegato della sua chiesa nelle Assemblee KEK del 2003 e 2009, rispettivamente Trondheim (N) e Lione (F), ed è attualmente membro della Commissione chiesa e società della KEK.
Il pastore Luca Baratto, responsabile delle relazioni ecumeniche della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha inviato a Liagre una lettera di congratulazioni per aver accettato una carica che è “al tempo stesso una grande opportunità di servizio e una sfida impegnativa per ripensare con rigore organizzativo ma anche creatività” le strutture della KEK. “Sono sicuro che con la sua esperienza porterà un importante contributo a questo processo in corso”, ha concluso Baratto.
Ecumenismo/2. In visita alla FCEI la delegazione polacca che ha preparato la SPUC 2012
Il documento italiano sui matrimoni misti alla base di un analogo documento delle chiese polacche
Roma (NEV), 1 febbraio 2012 – Lo scorso 26 gennaio una delegazione del gruppo ecumenico polacco che ha prodotto il materiale liturgico omiletico della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC) di quest’anno ha visitato gli uffici della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Guidati dal direttore del Consiglio ecumenico polacco, il pastore luterano Ireneusz Lukas, e dal professor Slawomir Pawlowski, in rappresentanza della Conferenza episcopale polacca, i nove membri della delegazione hanno partecipato su invito del Vaticano alla celebrazione conclusiva della Settimana presieduta da papa Benedetto XVI a San Paolo fuori le mura lo scorso 25 gennaio. “Abbiamo colto quest’occasione anche per visitare le diverse realtà cristiane del vostro paese e conoscere un po’ più da vicino la situazione ecumenica italiana, di cui – ha spiegato Lukas – in realtà già conosciamo qualcosa”. Un riferimento quest’ultimo al documento sui matrimoni interconfessionali, approvato nel 1996 dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi e dalla Conferenza episcopale italiana. “Si tratta di un grande servizio che i cristiani italiani hanno reso all’intero movimento ecumenico”, ha affermato Pawlowski informando che “in Polonia stiamo utilizzando proprio il vostro testo per elaborare un documento sui matrimoni misti che verrà firmato da sette diverse chiese cristiane”.
Il gruppo è stato accolto dal pastore Luca Baratto, responsabile per le relazioni ecumeniche della FCEI, che ha sottolineato l’importanza del materiale che il gruppo ecumenico polacco ha prodotto per la SPUC, incentrato sul testo fortemente cristologico di 1 Corinzi 15: “Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Cristo”. “L’invito a riflettere sul significato delle nostre vittorie e sconfitte alla luce della morte e risurrezione di Cristo – ha detto Baratto – è uno stimolo a mettere nella giusta prospettiva il senso di delusione crescente che l’attuale situazione ecumenica suscita in molti di coloro che nel passato hanno sostenuto con entusiasmo il dialogo tra cristiani”. All’incontro ha partecipato Kenneth Howcroft, pastore della chiesa metodista di lingua inglese di Roma Ponte Sant’Angelo e rappresentante della Chiesa metodista di Gran Bretagna presso la Santa Sede. La delegazione polacca era composta da 4 rappresentanti della chiesa cattolica e 1 rappresentante ciascuno delle chiese ortodossa, luterana, metodista, riformata e vecchio cattolica.
Ecumenismo/3. Le chiese cristiane in Europa per una testimonianza comune
Riunito a Ginevra il Comitato congiunto KEK-CCEE che celebra i 40 anni dalla sua fondazione
Roma (NEV), 1 febbraio 2012 – Compito dei cristiani delle diverse confessioni presenti in Europa è quello di portare avanti una testimonianza comune nei confronti delle nuove sfide spirituali, demografiche, politiche ed economiche che il vecchio continente si trova oggi ad affrontare. E’ quanto emerso dalla riunione del Comitato congiunto della Conferenza delle chiese europee (KEK) e del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE), che si è svolta dal 26 al 28 gennaio a Ginevra. Dal comunicato stampa congiunto diffuso il 30 gennaio si evince l’urgenza di una “testimonianza comune dei cristiani” davanti alle principali questioni che investono la vita pubblica in Europa. Nel suo discorso di apertura, il presidente della KEK, il metropolita Emmanuel di Francia, ha descritto l’attuale crisi economica come una delle questioni “che sollevano interrogativi circa la capacità dell’Europa di realizzare una politica sostenibile per l’Unione europea”. Per il presidente del CCEE, cardinale Péter Erdő, l’impegno ecumenico è una necessità che deve coinvolgere tutti i cristiani, piuttosto che l’opera di pochi esperti.
L’intervento centrale della riunione è stata affidato al teologo anglicano Alister McGrath del King’s College di Londra, che ha posto l’accento sulla crescente secolarizzazione delle società europee da una parte, e sul ruolo delle chiese nella partecipazione al dibattito pubblico dall’altra. Secondo McGrath le istituzioni religiose sono state coinvolte in un clima di sospetto generale da altre istituzioni quali governi, banche e imprese “a causa del loro potere, della mancanza di trasparenza, degli interessi in gioco, e del loro atteggiamento sconsiderato nella gestione finanziaria”. Mentre si osserva un diffuso interesse per la “spiritualità”, vista però come una questione privata e individuale, non necessariamente legata all’istituzione di appartenenza.
Giancarlo Blangiardo, docente di demografia presso l’Università Milano-Bicocca, si è concentrato invece sulle tendenze demografiche che investono sia le chiese, che la società, tendenze che giocoforza implicano importanti sfide per i sistemi di welfare europei.
La vicepresidente della KEK, la pastora tedesca Cordelia Kopsch, ha parlato della diminuzione del numero dei fedeli in molti paesi e delle minori risorse finanziarie, invitando tuttavia le chiese a “resistere alla tentazione di ridurre la loro presenza nella sfera pubblica, perché è in gioco la credibilità della loro testimonianza agli occhi dell’opinione pubblica”. Tra le voci che hanno messo in evidenza la necessità di coltivare l’impegno nella sfera pubblica anche mons. Matthias Heinrich, vescovo ausiliare di Berlino, Rauno Pietarinen della Chiesa ortodossa di Finlandia, e il polacco Józef Michalik, arcivescovo di Przemysl.
Nel corso dei lavori il Comitato congiunto ha anche affrontato questioni come il lavoro con i rom e la cooperazione in materia di dialogo con l’Islam in Europa. Inoltre, ha espresso la sua solidarietà nei confronti dei cristiani che stanno vivendo situazioni difficili in altre parti del mondo, specialmente in Egitto e Siria, mentre per le vittime della violenza in Nigeria si è detto vivamente preoccupato. Il Comitato congiunto, che si incontra ogni anno, ha anche celebrato il 40° anniversario della sua fondazione, nel 1972.