Roma (NEV), 4 aprile 2012 – In qualsiasi paese in cui il diritto fondamentale della libertà di religione è messo a rischio, o addirittura violato, è a rischio la società stessa. Questa la convinzione della Commissione chiesa e società della Conferenza delle chiese europee (KEK) e della Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE) che – in occasione di un seminario di dialogo con la Commissione europea e con il Servizio europeo per l’azione estera tenutosi a Bruxelles lo scorso 30 marzo – hanno avanzato la richiesta di un più efficace monitoraggio a livello europeo e mondiale delle violazioni di questo diritto fondamentale.
“La libertà religiosa è un importante indicatore per valutare l’implementazione dei diritti fondamentali nel loro insieme”, si legge in un comunicato stampa congiunto della Commissione chiesa e società della KEK e della COMECE. Facendo riferimento ai recenti attacchi di odio di matrice religiosa, le chiese hanno affermato che “il rispetto della libertà religiosa è al cuore della convivenza in Europa ed è ciò che permette la promozione dell’unità nella diversità”. Peter Krömer della chiesa evangelica austriaca e il pastore Anthony Peck, segretario generale della Federazione battista europea (FBE), hanno sottolineato la necessità di accordare particolare attenzione all’implementazione dei diritti delle comunità religiose di minoranza come previsto dalle normative antidiscriminazione. Presenti al seminario anche rappresentanti delle chiese del Pakistan che hanno fornito una toccante testimonianza sulla situazione delle minoranze religiose nel paese.
Alle istituzioni europee le organizzazioni di chiese hanno chiesto che venga messa in atto “una strategia più sistematica e coordinata a livello dell’Unione Europea (UE)”. Quanto ai paesi che intendono aderire all’UE, “la Commissione europea dovrebbe esaminare con particolare attenzione il rispetto del diritto fondamentale alla libertà religiosa e dei suoi aspetti correlati, come il diritto alla proprietà e lo Stato di diritto”. Le chiese europee chiedono poi che la libertà religiosa non sia soggetta ad interpretazioni “individualistiche”, ma venga intesa in “senso ampio, in modo da includere anche la dimensione sociale ed istituzionale”. All’Agenzia per i diritti fondamentali della UE (FRA) la KEK e la COMECE hanno chiesto di avviare un sondaggio sulla discriminazione religiosa in ogni singolo paese della UE, nonché in quelli che hanno avanzato una richiesta di adesione. Secondo i rappresentanti di chiese, tuttavia, l’UE dovrebbe incoraggiare i suoi stati membro a raccogliere tali dati a livello nazionale per informarne periodicamente la FRA. “Il ruolo della religione nella sfera pubblica deve essere protetto”, hanno concluso le chiese europee sottolineando l’importanza che riveste “il riconoscimento del ruolo positivo che la religione ha nella vita e nella società pubblica”.