Roma (NEV), 19 settembre 2012 – Come accogliere adeguatamente in una struttura sanitaria pazienti appartenenti ad altre fedi e provenienti da altri Paesi? Quali strumenti di formazione sono necessari per essere all’altezza di un’Italia sempre più multiculturale e multireligiosa? Sono questioni che medici, infermieri, dirigenti sanitari si trovano a dover affrontare quotidianamente e che, in alcuni casi, a livello locale hanno trovato una soluzione in protocolli d’intesa e buone pratiche. Per far sì che queste esperienze locali – che vanno, solo per citare due esempi, dagli ospedali Santo Spirito e Forlanini a Roma alle Molinette di Torino, dove già da diversi anni è stata istituita una Stanza del silenzio aperta alle comunità di fede cittadine – si proiettino a livello nazionale, il Ministero della salute ha convocato a Roma, lo scorso 13 settembre, la prima riunione del “Gruppo di lavoro per l’accoglienza delle specificità culturali e religiose nelle strutture sanitarie” con l’obbiettivo di produrre una Carta etica contenete le linee guida da inserire nel piano sanitario nazionale.
Le questioni rilevanti per il lavoro del gruppo sono tante: dalla conoscenza e il rispetto delle diverse regole alimentari alle richieste di assistenza spirituale dei malati, dalle ritualità per ricomporre un defunto all’esigenza di luoghi di preghiera. “Questioni che richiedono una formazione continua degli operatori sanitari”, fa notare il pastore Antonio Adamo che ha partecipato all’incontro per la chiesa valdese e che a Roma, ha già seguito in quest’ambito l’iter dei protocolli d’intesa con due ospedali della capitale. “Il gruppo di lavoro è una novità positiva – ha aggiunto Adamo – e se il suo nome è piuttosto complesso esso esprime chiaramente lo scopo da raggiungere: l’accoglienza e la cura delle persone nel rispetto della loro identità”. Oltre al rappresentante valdese erano presenti, tra gli altri, alla prima riunione del gruppo rappresentanti dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del 7° giorno (UICCA), dell’Unione delle comunità ebraiche (UCEI), della Comunità religiosa islamica (COREIS), della Moschea di Roma, dell’Unione induista e dell’Unione buddista.
Un apprezzamento per questa iniziativa è venuto anche dal moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, che ha sottolineato l’importanza di trasferire a livello nazionale le buone pratiche già in atto in diversi ospedali della Penisola.