Anglicani. Justin Welby, uomo del dialogo, nominato nuovo arcivescovo di Canterbury

Le congratulazioni dei pastori Olav Fykse Tveit (CEC) e Guy Liagre (KEK)

Roma (NEV), 14 novembre 2012 – Più che la sorpresa è l’entusiasmo ad aver accompagnato la notizia, resa pubblica lo scorso 9 novembre, della nomina di Justin Welby, attuale vescovo di Durham, quale nuovo arcivescovo di Canterbury. La sorpresa indubbiamente c’è. Welby è certamente quello che si dice un outsider. Pastore anglicano dal 1992 in risposta a una vocazione “tardiva”, nel 2011 era stato nominato vescovo e dopo un solo anno di “apprendistato” episcopale, eccolo accedere alla carica di Primate d’Inghilterra e dell’intera Comunione anglicana. “Sono il primo ad essere stupito per come sono andate le cose – ha detto lo stesso Welby -, ma quando si è chiamati dalla chiesa a ricoprire una carica, è prima di tutto al Signore che bisogna rispondere di sì”. Quel che è certo è che Welby – 56 anni, sposato, padre di cinque figli – ha alle spalle una storia da raccontare. La sua vita pubblica inizia con una promettente carriera nell’industria del petrolio che lo porta in Francia e in Nigeria. Nel 1983 la sua vita cambia per una tragedia familiare: la figlia di sette mesi muore in un incidente stradale. Abbandona la carriera da manager e diventa sacerdote anglicano. L’entusiasmo nasce anche da qui, dall’essere una persona che ha una storia da raccontare, che ha esperienza del ‘mondo’, e che per questo siede nella Commissione parlamentare britannica su banche e finanza. Ma è anche evidente che, negli anni, Justin Welby ha mostrato indubbie capacità pastorali, soprattutto nell’affrontare situazioni conflittuali, nel proporsi come uomo del dialogo e della riconciliazione. “Voglio che la chiesa sia un luogo in cui si possa essere in disaccordo nell’amore”, ha detto nella sua prima conferenza stampa. Un atteggiamento che gli sarà certamente utile nel difficile compito di tenere uniti gli ottanta milioni di credenti che compongono la Comunione anglicana, profondamente divisa, secondo le coordinate Nord/Sud del mondo, sul tema dell’omosessualità.

All’annuncio della sua nomina, il pastore Mark Wakelin, presidente della Conferenza metodista britannica – il principale partner ecumenico nel Regno Unito della Chiesa d’Inghilterra -, ha definito Welby “persona di profonda spiritualità e saggezza”, vedendo nella sua nomina “una benedizione per la chiesa intesa nel suo senso più ampio”, al di là delle diversità confessionali. Lo stesso giudizio positivo emerge nella lettera di congratulazioni inviata dal pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). Oltre a promettere “preghiere e cooperazione” tra la Comunione anglicana e il CEC, Tveit ha sottolineato il ruolo di mediatore ricoperto da Welby in Nigeria, dove recentemente, inviato dalla sua chiesa per sostenere il dialogo tra cristiani e musulmani, è addirittura scampato ad un attentato. Proprio la Nigeria è stata oggetto di una missione congiunta cristiano-islamica promossa dal CEC e dal Reale istituto giordano per il pensiero islamico Aal Al-Bayt. L’impegno a favore del dialogo interreligioso dell’arcivescovo designato è stato sottolineato anche dal pastore Guy Liagre, segretario generale della Conferenza delle chiese europee (KEK).

Justin Welby entrerà in carica il prossimo 1° gennaio, succedendo all’attuale arcivescovo dimissionario, Rowan Williams.