Libertà religiosa. Alla Farnesina un workshop co-promosso con la Giordania

Una sessantina di diplomatici, accademici, esperti e giornalisti di numerosi paesi a confronto

Roma (NEV), 13 febbraio 2013 – Prosegue l’impegno dell’Italia a favore della promozione della libertà religiosa a livello internazionale, un diritto fondamentale tra i più disattesi nel mondo, tant’è che ben il 75% della popolazione del pianeta, secondo i dati del prestigioso Pew Forum, è limitato nell’esercizio dello stesso. Questa volta il Ministero degli Esteri, insieme alla Giordania e in collaborazione con l’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI), ha organizzato il workshop internazionale “Promozione della libertà religiosa e coesistenza pacifica”. Per l’occasione l’11 febbraio scorso alla Farnesina si sono dati appuntamento una sessantina di diplomatici, accademici, studiosi e rappresentanti dei media provenienti da numerosi paesi europei, mediorientali, americani, asiatici, africani. Sul tappeto non solo il ruolo dei governi e della comunità internazionale, ma le diverse accettazioni culturali, giuridiche e storiche di concetti come pluralismo, cittadinanza, minoranza, laicità, spazio pubblico, tradizione, dignità umana, verità. Ad introdurre i lavori il ministro degli Esteri Giulio Terzi che ha sottolineato come in gioco ci sia “l’affermazione delle libertà in genere, in cui appunto quella di religione costituisce un elemento fondamentale”.

Quattro le sessioni della giornata di studio e dialogo, ognuna con al centro un focus diverso: “Politiche di libertà religiosa e il riaffiorare globale della religione nelle relazioni internazionali”; “Quadri costituzionali e sistemi legislativi riguardante la libertà di religione e credo a confronto”; “Comprendere la libertà religiosa o di credo e la libertà di espressione in diversi contesti sociali e culturali: a che punto siamo?”; “Lotta all’intolleranza religiosa e promozione della comprensione reciproca: il ruolo decisivo dei media”.

La giornata si è conclusa con la constatazione condivisa che non sia in realtà sufficiente la sola messa a punto di soluzioni normative rispettose della libertà religiosa di ogni singolo essere umano, ma che le stesse debbano essere accompagnate anche da politiche ad hoc a favore di società più inclusive, solidali ed accoglienti.