Diritti. Approvato documento UE sulla libertà di religione e di credo

Salutato favorevolmente dal presidente della FCEI pastore Massimo Aquilante

Roma (NEV), 26 giugno 2013 – “E’ un documento di grande valore, sia per lo spessore culturale e morale, ma anche per quello politico”: con queste parole il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha salutato favorevolmente la pubblicazione delle “Linee guida dell’Unione Europea sulla promozione e la protezione della libertà religiosa o di credo” approvate lo scorso 24 giugno dal Consiglio europeo sugli affari esteri. Indirizzate agli Stati membro della UE, queste linee guida sono frutto di un lavoro corale, cui ha attivamente partecipato anche la Commissione chiesa e società della Conferenza delle chiese europee (KEK), come si apprende da un comunicato stampa della KEK.

Per il pastore Aquilante è molto convincente l’idea portante di tutto il documento: “Il libero esercizio del diritto alla libertà religiosa o di credo è considerato quale ‘contributo diretto alla democrazia, allo sviluppo, allo Stato di diritto, alla pace e alla stabilità’. Un concetto che come FCEI sosteniamo e promuoviamo da tempo. Inoltre, in più di un passaggio il documento sottolinea come gli Stati abbiano l’obbligo di garantire l’esercizio di culto: una raccomandazione che per noi in Italia mette il dito nella piaga. Voglio ricordare come recentemente in Lombardia sono state chiuse delle chiese evangeliche per via di una sciagurata legge regionale. A maggior ragione, come FCEI, continueremo a vigilare su questo punto”. E aggiunge: “Si tratta di un documento non solo bello, articolato, profondo e impegnativo, ma anche operativo, tant’è che prevede sistemi di controllo e di monitoraggio. Un documento che si ricollega alle grandi dichiarazioni di principio sui diritti universali e che, per com’è formulato, ha carattere pressoché vincolante, anche per l’Italia”. Aquilante, pertanto, ricordando come in Italia non esista una legge quadro sulla libertà religiosa e di coscienza, ne auspica “la giusta diffusione, quantomeno ai legislatori”.