Roma, 3 ottobre 2013 (NEV-CS68) – “Fatti drammatici e prevedibili che interrogano la nostra coscienza di europei e di cristiani e ci costringono a ripensare le politiche migratorie”: così il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Massimo Aquilante, commentando le notizie in arrivo da Lampedusa sulla strage di oltre 90 immigrati.
“Quello che accade sulle coste siciliane è la conseguenza di squilibri economici, guerre e violenze politiche e religiose che non possiamo ignorare – continua Aquilante -. Al contrario sono fatti che ogni giorno più drammaticamente ci dimostrano che l’Europa tutta – non solo l’Italia – deve ripensare le sue politiche migratorie e di cooperazione con i paesi africani e mediorientali, cercando, da una parte, di sostenere l’economia di paesi devastati e, dall’altra, di realizzare politiche responsabili di accoglienza e di asilo.
Per noi cristiani – conclude Aquilante – gli immigrati di Lampedusa sono il prossimo che bussa alla nostra porta, l’altro che interroga e mette in discussione la nostra condizione di privilegio, il volto di Gesù che ci chiama e ci rivolge una vocazione all’accoglienza e alla fraternità”.